Dagli scenari emerge come misure di risparmio renderebbero le forniture da infrastrutture esistenti e stoccaggi sufficienti a coprire la stima di domanda invernale dell’Italia, anche in caso di interruzione delle forniture dalla Russia. Una strategia, quella del risparmio, scelta anche in queste ore dal Governo.
Francesca Andreolli, Ricercatrice Energia di ECCO, ha detto: “In un inverno senza gas russo, i risparmi permetterebbero di mettere in sicurezza il sistema, senza dover ricorrere a nuovi rigassificatori e carbone.” Tuttavia, prosegue Andreolli, ”Sarà fondamentale rivedere i meccanismi di sostegno, convergendo su azioni di sostituzione del gas che rendano gli sforzi di questo inverno un risultato strutturale del nostro sistema energetico per evitare nuove crisi. Il price cap è una misura per contenere più che ridurre i prezzi ma non aiuta a risolvere i problemi di fondo della crisi causata dalla forte dipendenza dal gas.”
Il risparmio da solo non basterà per evitare il ripetersi di questa crisi. Perciò come si esce da essa è altrettanto importante di come la si affronta. Lo sganciamento del prezzo delle rinnovabili da quello del gas, si legge nello studio di ECCO, deve essere accompagnato da un disegno di mercato funzionale a uno sviluppo del settore nelle percentuali del 70-80% del consumo al 2030, come da obiettivi nazionali.
Matteo Leonardi, Co-fondatore & Direttore esecutivo politiche nazionali di ECCO, sostiene che “Il supporto alle imprese passa dall’estensione del credito d’imposta e in modo strutturale dalle risorse per nuovi investimenti da PNRR, CDP, SACE e Invitalia, trasformando quest’ultime in banche per il clima.” Per quanto riguarda i meccanismi di incentivazione, Leonardi continua affermando che “in politica manca ancora la capacità di fare debito buono. Dall’inizio della crisi sono stati spesi oltre 50 miliardi di euro per il sostegno non selettivo ai prezzi dell’energia, senza una visibile strategia di sostituzione strutturale del gas con rinnovabili ed efficienza. Le rinnovabili sono ancora troppo poche a causa dei nodi alle autorizzazioni non ancora sciolti. Sul fronte dell’efficienza energetica servirebbe una strategia – assente al momento – fondata su una proposta di ecobonus permanente che metta mano al patrimonio edilizio tra i più inefficienti d’Europa da cui origina la povertà energetica.”
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