Vale circa 7,5 miliardi, secondo quanto si apprende da fonti di governo, il nuovo decreto contro il caro-bollette che è sul tavolo del Cdm. Alla riunione sono presenti i ministri dell’Economia Franco, dello sviluppo economico Giorgetti, e della Transizione ecologica Cingolani.
Il provvedimento da una parte replicherà per il secondo trimestre le misure di contenimento dei rincari di luce e gas per famiglie e imprese già adottate anche nel primo trimestre. Dall’altra, viene confermato, introdurrà interventi strutturali per lo stoccaggio e per l’aumento della produzione di gas nazionale. Nel provvedimento oltre al capitolo energia anche l’automotive e la cessione del credito per bonus edilizi e Superbonus. Sempre secondo quanto si apprende da fonti di governo, arrivano altri 400 milioni di euro per le spese Covid delle Regioni per far fronte alla quarta ondata e per l’aumento della bolletta energetica per le strutture sanitarie. Lo stanziamento per l’acquisto di farmaci anti-Covid è di 250 milioni di euro. L’intervento sarebbe stato fortemente sollecitato al ministro della salute Roberto Speranza.
A palazzo Chigi si è svolta una cabina di regia tra il premier Mario Draghi e i capi delegazione dei partiti che ha proprio l’obiettivo di mettere a punto tutti gli ultimi dettagli e fissare tutte le cifre finali del nuovo provvedimento. Alla riunione presieduta da Mario Draghi hanno partecipato i ministri Elena Bonetti (Iv), Andrea Orlando (Pd), Roberto Speranza (Leu), Maria Stella Gelmini e Renato Brunetta (Fi) e Giancarlo Giorgetti (Lega), oltre al ministro dell’Economia Daniele Franco e al sottosegretario alla presidenza Roberto Garofoli. Il ministro dell’Economia in apertura della riunione ha illustrato ai colleghi un testo di una trentina di articoli, che oltre agli interventi sull’energia contiene anche le correzioni alla cessione dei crediti di imposta legati ai bonus edilizi, compreso il Superbonus. Sono circa 8 i miliardi che verranno stanziati, 6 di questi solo per fare fronte al rincaro dell’energia. Una delle ipotesi al vaglio del governo è di procedere con due decreti distinti, uno «energia» per intervenire contro il caro-bollette e con misure strutturali per aumentare la produzione nazionale, l’altro con le correzioni alla cessione dei crediti di imposta legati ai bonus edilizi, compreso il Superbonus.
Oltre a questo, nel nuovo decreto che approderá oggi al Cdm, entreranno anche gli aggiustamenti per sbloccare l’utilizzo del Superbonus ed il varo di un nuovo fondo a sostegno dell’auto. Il pacchetto taglia-bollette corre lungo un doppio binario: da un lato la proroga anche nel secondo trimestre dell’anno delle misure giá in vigore da gennaio (azzeramento degli oneri di sistema, Iva ridotta al 5% sul gas e bonus sociale a favore delle famiglie piú in difficoltá), dall’altro forniture di gas e luce a prezzi ribassati destinate alle 3-4.000 aziende energivore del Paese. Oltre a questo verrebbero poi previste ulteriori misure di semplificazione per facilitare l’individuazione delle aree da destinare ai nuovi impianti per le energie rinnovabili e l’installazione di pannelli solari da parte di privati e nella Pubblica amministrazione. Un’altra serie di interventi riguarda il Superbonus del 110%. In questo caso da un lato vengono inasprite le sanzioni penali a carico di chi commette frodi e dall’altro vengono allargate le maglie per consentire la cessione del credito piú volte che le norme in vigore avevano da poco ristretto ad una sola ingessando di fatto il mercato. La nuova soglia prevede invece la possibilitá di tre passaggi di mano, ma solo se questi avvengono attraverso canali certificati e sicuri come quelli bancari. Su proposta del ministro dello Sviluppo nel decreto di oggi dovrebbero entrare anche i nuovi sostegni dell’automotive. La proposta di Giorgetti prevede di costituire un fondo unico alimentato dalla risorse di piú ministeri da destinare nel corso di un triennio sia al rifinanziamento dell’ecobonus sia alla riconversione della filiera dell’auto con una durata degli interventi almeno triennale. Lo stanziamento di partenza dovrebbe essere attorno ai 7-800 milioni di euro. Gli incentivi all’acquisto dovrebbe riguardare modelli il cui costo massimo non dovrebbe superare i 35.000 Iva esclusa, sarebbero differenziati in base alle emissioni ed essere maggiorato in caso di rottamazione.
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