Dispersioni termiche, umidità, consumi elettrici molto elevati. Con conseguenti bollette astronomiche. Il patrimonio immobiliare italiano è ben lontano dall’efficienza energetica nel quale il Pnrr conta di investire oltre 20 miliardi di euro. In un periodo in cui molte famiglie stanno facendo economia per affrontare le conseguenze della crisi dovuta alla pandemia, questo tema – già ampiamente noto – diventa ancora più rilevante. Ed è proprio sulla povertà energetica che Legambiente, nel suo Rapporto Civico 5.0, fa leva per chiedere modifiche normative al Superbonus, il principale strumento oggi utilizzato per migliorare le case in cui viviamo.
Partiamo dai dati: Legambiente ha monitorato gli edifici e le abitudini di consumo di 38 famiglie tra Torino, Modena, Roma, Napoli e Reggio Calabria. Attraverso tecniche professionali come le termografie, che misurano la temperatura degli edifici, i tecnici dell’associazione sono riusciti a trovare i punti deboli di ogni edificio. Nella termografia di un edificio efficiente prevale il blu, ma nelle immagini pubblicate dall’associazione dominano il rosso e l’arancione: indicano il calore che, anziché restare tra le mura domestiche, finisce all’esterno.
Tra gli edifici considerati nove sono di edilizia popolare. Le analisi di Legambiente hanno messo in evidenza dispersioni termiche, scarso ricambio d’aria, umidità, sistemi elettrici obsoleti e precari. Tutti elementi che gonfiano la bolletta termica (a Modena la spesa annua tocca i 2500 euro contro la media nazionale di 1072) e acuiscono le difficoltà di famiglie che vivono situazioni complicate già di per sé. Il 28% dei residenti in queste case sono over 75, dunque più a rischio in caso di freddo o ondate di calore. I dati Federcasa, relativi al 2016, dicono che il 10% del reddito annuale di queste famiglie viene speso per pagare le bollette energetiche. E dopo l’ultimo anno e mezzo è probabile che il quadro sia peggiorato.
È il grande tema della povertà energetica, la condizione delle famiglie che devono rinunciare a riscaldare o raffrescare la casa perché non se lo possono permettere: sono 2,2 milioni i nuclei che vivono questa situazione. In questo senso una novità è l’arrivo del bonus energia automatico, senza cioè la necessità di doverlo richiedere ogni anno. L’automatismo, frutto di un accordo tra Inps e il sistema informativo integrato, partirà a luglio 2021 e alleggerirà le famiglie meno abbienti di una spesa tra i 130 e i 194 euro per la luce e fino a 314 euro per il gas.
Ma l’inefficienza degli edifici non è certo un’esclusiva dell’edilizia pubblica. Dall’indagine di Legambiente emergono grossi problemi anche qui. E sono più o meno gli stessi: i materiali con cui sono fatti gli edifici e gli infissi non trattengono il calore, col risultato che gli impianti di riscaldamento vengono tenuti accesi per più ore. In alcuni casi sono state rilevate bollette termiche da tremila euro l’anno, con il 20% delle famiglie che ha dichiarato di aver avuto troppo caldo/freddo a seconda della stagione, “dunque una difficoltà a raggiungere il livello di comfort senza un esborso importante in bolletta” si legge nel rapporto.
Tra gli elettrodomestici più energivori spicca l’asciugatrice – che da sola copre il 13% dei consumi annui – seguita da lavastoviglie (10%), lavasciuga (7,4%) e frigorifero (7,2%). Colpisce anche l’impatto del personal computer, del 5,3%, quasi quanto la lavatrice (5,5%) mentre i pc portatili risultano più efficienti. Molto più variabile tra città e città è l’impatto di luci e lampade: a Roma è stato rilevato un largo uso di lampadine non a basso consumo e un elevato numero di ore di accensione, mentre a Torino è emersa maggiore attenzione.
Il Superbonus è un’opportunità unica per migliorare questo quadro sconfortante, ma secondo Legambiente servono modifiche perché possa risultare davvero decisivo. “Per accedervi è richiesto il salto di sole due classi energetiche” spiega Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente, che indica un altro limite: “Mancano interventi e politiche focalizzati sugli edifici con residenti in povertà energetica, senza dimenticare scuole e uffici dove i processi sono più lenti” ed è criticato anche l’incentivo per installare caldaie a gas, giudicato dall’associazione “un nonsense”. In generale l’accusa è che il Superbonus sia pensato per famiglie agiate, mentre sono proprio la fasce meno abbienti della popolazione ad averne più bisogno. Tra le proposte di Legambiente infatti c’è quella di dare priorità all’edilizia residenziale pubblica e ai quartieri disagiati e di allargare l’incentivo agli edifici privi d’impianti, “permettendo l’accesso anche a riqualificazioni energetiche realizzate in alloggi senza sistemi di riscaldamento, con impianti non fissi come le caldaie a gas, molto frequenti al sud e in abitazioni occupate da persone in difficoltà”.
Source: repubblica.it
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