Marco Bertuzzi da ieri è il nuovo presidente di Acer Bologna, eletto all’unanimità dalla Conferenza degli Enti della Città Metropolitana di Bologna: “C’era chi se lo aspettava e la chiamata del sindaco, arrivata poco prima l’ufficializzazione, mi ha emozionato e lusingato. Soprattutto a fronte dei riconoscimenti che ci sono stati attribuiti per il lavoro di questi ultimi cinque anni. Un periodo difficile a causa della pandemia, del caro-bollette e in ultimo anche per la guerra fra Russia e Ucraina” racconta il 37enne che succede ad Alessandro Alberani.
“I problemi nel nostro ambito non sono mai mancati e non mancheranno di certo, ma neppure la nostra volontà di trovare una soluzione. Negli ultimi anni sono stati tanti gli investimenti e a livello culturale credo che il tema della casa sia stato percepito in modo forte e chiaro. Sono fiero di dire siamo stati l’unica Acer in Emilia-Romagna ad aver firmato un contratto operativo a seguito di un bando europeo e abbiamo già un cronoprogramma che parte già da maggio” ha spiegato il neo presidente.
Ma di che si tratta nello specifico?
“Parliamo di 1.150 alloggi per i quali abbiamo chiesto di poter applicare il superbonus 110%, visto che la legge di governo ce lo consente. Sugli stabili messi a bando a totale partecipazione pubblica faremo dei grandi lavori di ristrutturazione soprattutto in termini di risparmio energetico. Chiederemo uno sforzo alle persone che le abitano, ma si ritroveranno delle bollette meno salate. Non dimentichiamo che il nostro è uno dei progetti per la candidatura di Bologna alla UE carbon neutral al 2030”.
Da mettere in conto anche le difficoltà legate al conflitto e alla reperibilità delle materie utili all’edilizia?
“Un problema che cominciamo a sentire e che potrebbe far slittare qualche scadenza. Sta accadendo che oltre alle impalcature che non si trovano, diventano difficilmente reperibili anche materiali come quelli per produrre le piastrelle, con un conseguente balzo dei costi. Costi che avevano già risentito già del caro-energia (per la cottura). Fra l’altro alcune materie prime provenivano proprio dall’Ucraina e adesso gli ordini sono fermi”.
E a proposito del conflitto che sta affliggendo l’Ucraina, potrebbe l’emergenza profughi gravare sull’emergenza casa?
“Questo è un tema molto delicato che stiamo affrontando in questi giorni e tengo a specificare che noi abbiamo in concessione dai comuni il patrimonio di edilizia pubblica e che non ci occupiamo quindi dell’emergenza abitativa in modo diretto. A Bologna abbiamo già una lista di attesa che va oltre le 4 mila persone in attesa di un alloggio comunale”.
Source: bolognatoday.it
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