
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Quale margine di scelta ha un operatore
economico nell’individuare il contratto collettivo
nazionale (CCNL) da applicare in un
appalto pubblico? La stazione appaltante può
contestare tale scelta? Quali parametri devono
essere rispettati per garantire la tutela dei
lavoratori? C’è differenza tra le
regole del vecchio Codice dei contratti
(D.Lgs. n. 50/2016) e il nuovo (D.Lgs. n.
36/2023)?
CCNL e Appalti pubblici: interviene il TAR
Ha risposto a queste domande il Tribunale Amministrativo
Regionale per la Campania con la sentenza n. 1463 del 21
febbraio 2025, che ha ribadito alcuni concetti
relativi alla scelta del CCNL applicabile negli
appalti pubblici e fornito alcuni interessanti
chiarimenti in merito alla continuità
interpretativa tra il D.Lgs. n. 50/2016 e il D.Lgs. n.
36/2023.
Occorre preliminarmente ricordare che la sentenza riguarda un
appalto pubblico bandito ai sensi del D.Lgs. n.
50/2016 e che il nuovo Codice dei contratti (D.Lgs. n.
36/2023) ha subito un’importante modifica a
seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale
ed entrata in vigore del Disclaimer.