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C’è voglia di montagna ma il Covid-19 frena affitti e compravendite nel Bellunese: «Il settore è in stand-by» – Corriere Delle Alpi

L’intervista. «C’è voglia di vacanza in montagna e anche di cambiare, se possibile, tipo di casa, dopo le restrizioni del lockdown; ma il Covid-19 è un freno potente che condiziona tutto il mercato immobiliare, dalle compravendite a, ovviamente, gli affitti ad uso turistico. Il settore al momento è in stand-by».

Lo conferma Giuliano Dal Magro, presidente della Fiaip (Federazione italiana agenti immobiliari professionali) di Belluno, che raccoglie 49 fra le maggiori agenzie della provincia, sulle 108 iscritte in Camera di Commercio. Ed è anche titolare, insieme ai fratelli Sergio e Carlo De Biasio, dell’agenzia Dolomitissime, che ha sedi ad Alleghe, Falcade, Sedico, Agordo e Soraga, in Val di Fassa in Trentino.

«In provincia di Belluno», prosegue Dal Magro, «abbiamo visto manifestarsi, ad esempio, un certo interesse per il Nevegal nel corso del 2020 rispetto al 2019. C’è insomma da un lato chi cerca nella montagna quella pace e quella serenità che è difficile ormai trovare nelle grandi città, l’aria buona in cui ritemprarsi; dall’altro, per chi ha già imboccato la strada dello smart working, anche l’opportunità di lavorare da qui”.

“Al tempo stesso, chi ha vissuto anche 80 giorni chiuso in un monolocale, o in un appartamento poco confortevole, probabilmente ha sognato di acquistare una bifamiliare con giardino; e chi aveva in animo qualche ristrutturazione ha capito che migliorare la propria abitazione è sempre un vantaggio. Infine sono stati molti coloro che hanno scelto di trascorrere le vacanze estive in montagna, ritenuta per gli spazi aperti, il fresco e il clima più invitante del mare o del lago. I numeri dell’estate lo confermano».

E poi?

«Fino a settembre la montagna è stata protagonista, adesso è un periodo difficile per le locazioni: gli impianti di risalita sono ancora chiusi, dopo innumerevoli differimenti, e non si sa quando apriranno; c’è una grande difficoltà negli spostamenti; le norme sull’utilizzo della seconda casa sono poco chiare; mancano gli stranieri”.

“Comunque, il mercato immobiliare ha visto qualche movimento nella seconda parte del 2020: le transazioni di immobili usati sono state trainate dalle agevolazioni sulla seconda casa; il Bonus 110%, ovvero le detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica (ecobonus) e miglioramento sismico (sismabonus), oltre che per l’istallazione di impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo, ha dato qualche segnale positivo».

Quali sono le quotazioni al metro quadro?

«Sostanzialmente restano stabili: a Belluno le case nuove vanno da 1.900 a 2.100 euro a mq; l’usato (di massimo 20 anni), da 1.050 a 1.300 euro. Feltre: case nuove da 1.750 a 1.850 euro al mq; usato da 1.000 a 1.300 euro al mq. Sedico: cantieri vanno da 1.700 a 1.800 euro a mq; l’usato da 1.000 a 1.200. Alleghe: non ci sono cantieri nuovi e l’usato va da 1.700 a 2.000 euro mq. Anche a Falcade non ci sono cantieri nuovi, mentre l’usato (sempre di massimo 20 anni) va da 1.800 a 2.000 euro al metro quadrato. Poi c’è Cortina, che fa storia a sé, con un prezzo al metro quadro dell’usato pari a 10.000 euro, mentre il nuovo va dai 10.000 ai 14/15.000 al mq. Ma nella conca è più facile comprare una casa usata e ristrutturarla completamente, piuttosto che aprire un nuovo cantiere».

Il problema maggiore?

«Partiamo dalla burocrazia: i professionisti sono messi ancora oggi in grossa difficoltà dalla lentezza delle amministrazioni locali nell’accesso agli atti. Di solito si tratta di trenta giorni, che però spesso diventano anche 3 o 4 mesi: in queste condizioni si fa veramente fatica a restare nei limiti temporali che propone lo Stato. È vero che il Bonus 110% è stato prorogato fino a dicembre 2022, ma la nostra associazione, la Fiaip, aveva proposto di proseguire fino a tutto il 2025 per dare uno slancio al settore. Pensiamo, ad esempio, a un condominio che, a tutt’oggi, fa fatica a svolgere l’assemblea per le note limitazioni da Covid. Tutto è inevitabilmente rallentato e se i Comuni non ci danno una mano…».

Il suo è un appello?

«Certo. Noi dobbiamo mettere in vendita gli immobili con tutta la documentazione che ne garantisce la conformità urbanistica e catastale, ma se questi documenti faccio fatica a reperirli si bloccano sia le compravendite che gli interventi di restauro e migliorie. E questo ferma un mercato già difficile: professionisti, agenzie, imprese edili, artigiani, etc. Si arresta tutta la ruota».

Prospettive?

«È inutile negare che questo clima di grande incertezza che stiamo vivendo pesa molto sulle decisioni della gente: chi si mette ad acquistare casa se è preoccupato di poter perdere il proprio posto di lavoro? Si preferisce, come logico, stare alla finestra ed attendere gli eventi. Detto questo, sono convinto che, superata la seconda ondata del virus, le agevolazioni potranno dare una spinta al mercato immobiliare, sia per quanto riguarda le compravendite che per quanto concerne le locazioni a breve, che soprattutto a Belluno potrebbero incrementare in maniera sensibile». —

Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.

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