Gli interventi di Poste italiane sono stati avviati nel 2020 ma -per quanto se ne sa- solo ora vengono valorizzati con un nome comune e una promozione
Una serie significativa di interventi avviata due anni fa che, a quanto pare, solo di recente ha trovato un nome da condividere. È il progetto “Cento facciate”: la denominazione avrebbe debuttato pubblicamente per il Torino Centro, valorizzato l’8 aprile scorso. Salvo poi recuperare l’idea per l’Aosta Ribitel (la relativa presentazione è del 31 maggio, anch’essa enfatizzata attraverso un annullo speciale).
In realtà -precisano da Poste italiane- tra il 2020 e il 2021 sono stati completati quaranta siti; più o meno altrettanti risultano individuati nel 2022. L’ultima ventina è prevista lungo il 2023. Si intende -spiegano dalla sede- effettuare il recupero o il restauro degli esterni in circa cento edifici di proprietà, compresa la sola pulitura o tinteggiatura, “così da preservarne il valore e limitare, attraverso un’azione preventiva, il verificarsi di situazioni di emergenza e pericolo”. A determinate condizioni permette di usufruire dell’agevolazione fiscale “bonus facciate”, istituita dal 2020 recuperando in dieci anni il 90% della spesa sostenuta nel 2020 e 2021, quota diminuita al 60% per il 2022.
Peccato che non siano disponibili degli elenchi, nemmeno per i cantieri già chiusi. Si sa solo che nei prossimi mesi, per la sola macro area Nord-Ovest, toccherà alla Liguria, quando saranno coinvolte le sedi maggiori di Genova, La Spezia e Savona, e alla Lombardia con Brescia, Cremona, Pavia e Varese (fine).
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