Una ricerca della Filctem-Cgil ha censito le aziende presenti nel distretto industriale di Civita Castellana: i dati sono positivi
Un periodo sì per il lavoro in fabbrica, anche se le incognite dell’aumento dei costi del gas rischiano di fare cambiare le carte in tavola.Una ricerca della Filctem-Cgil (il sindacato dei chimici e dei ceramisti) ha censito le aziende presenti nel distretto industriale di Civita Castellana e il numero degli addetti. Le imprese (medie, piccole e artigianali) presenti nell’area che producono ceramica sanitaria sono 47; quattro quelle delle stoviglierie, due producono solo impasti ceramici. Gli addetti totali, alla fine del 2021, erano 2.300. Registrando un balzo in avanti, rispetto ai dodici mesi precedenti, di 80 unità. Questo grazie all’aumento dell’export e all’introduzione dell’ecobonus, che hanno fatto aumentare la produzione e di conseguenza il fatturato.
«Un segnale positivo ha commentato il segretario generale della Filctem viterbese, Mauro Vaccarotti che speriamo resti tale, perché i costi energetici potrebbero influire pesantemente su questo trend. In ogni caso ai lavoratori del settore va riconosciuta anche una gratificazione economica, per l’impegno di questi ultimi due anni e perché anch’essi hanno contribuito alla crescita delle aziende».Qualche problema, anzi una vera incognita, inizia a farsi vedere nel distretto a causa dei costi delle materie prime.LA CIGS«Già abbiamo sul tavolo delle richieste di cassa integrazione, una nel settore dei sanitari e una nelle stoviglierie, che ci preoccupano. L’Unione europea è venuta incontro al settore con degli sgravi, ora speriamo che anche il Governo faccia la sua parte. Perché altrimenti – rileva Vaccarotti – si rischia di vanificare quanto fatto di buono in questi ultimi due anni, nonostante il Covid».
Per tornare ai numeri, secondo i dati della Filctem le aziende del distretto con oltre 100 dipendenti sono otto: Catalano, Flaminia, Azzurra, Cielo, Galassia, Gsi, Simas e Globo. Mentre nelle stoviglierie soltanto una è sopra quella cifra, la Saturnia. Altre cinque imprese sono comunque vicine alla quota dei cento dipendenti complessivi. L’indotto (calcomanie, scatole, stampi, fissaggi, trasporti, plastica ecc.) dà lavoro ad altre 300 occupati, che fa salire il totale a 2.600 unità.
Il polo industriale di Civita conta anche quattro aziende del settore legno, abbinate anche queste alle fabbriche producono i sanitari riguardo alla fornitura di mobili da bagno o li commercializzano direttamente; queste ultime impiegano altre 200 addetti che portano a 2.800 il totale dei lavoratori. Il bacino occupazionale del distretto per la maggior parte allarga il raggio sul territorio, oltre che a Civita Castellana, nei comuni di Fabrica di Roma, Corchiano, Gallese, Nepi e Castel Sant’Elia
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