Superbonus al 110%, bonus facciate, ecobonus, sisma bonus, ma anche credito d’imposta per ristrutturazioni edilizie e bonus mobili. Questi i principali crediti d’imposta legati all’ampio mondo della ristrutturazione edilizia, tutti (tranne il bonus mobili) integralmente cedibili, se riguardanti interventi iniziati il 1° luglio 2020 e terminati il 31 dicembre 2021.
Come muoversi all’interno di questa giungla? We Wealth lo ha chiesto ai principali istituti di credito e ad alcuni professionisti del settore. A seguito della conversione in legge (n° 77 del 17 luglio 2020) del decreto Rilancio sempre più banche e intermediari finanziari sono scesi in campo per accaparrarsi i benefici dei crediti fiscali edilizi.
Con la cessione dei crediti, si apre infatti un nuovo capitolo per privati e imprese, ma anche per tutto il settore finanziario. Con notevoli benefici per i clienti stessi che (a fronte di una percentuale da corrispondere agli istituti finanziari) possono “monetizzare” i propri crediti senza dover aspettare anni, a vantaggio dell’intero sistema economico. E questo vale anche per tutti quei soggetti che non sono fiscalmente capienti.
Siccome i crediti illustrati in precedenza “sono erogati a rate nel corso di un periodo pluriennale (di 5 o 10 anni a seconda dei casi), il loro recupero integrale è possibile solo al termine di tale periodo. Per ovviare a ciò, il decreto Rilancio ha previsto che (per le agevolazioni indicate, ndr) il beneficiario possa, in alternativa all’utilizzo diretto del credito d’imposta, chiedere uno sconto al fornitore o appaltatore in misura pari all’intero credito d’imposta spettante, oppure in alternativa cedere direttamente il proprio credito d’imposta a soggetti terzi, incluse banche e intermediari finanziari”, spiega Francesco Guelfi, partner e responsabile del Dipartimento Tax di Allen & Overy Italia.
A tal proposito, molti istituti di credito hanno messo a punto programmi di acquisto dei relativi crediti, formulando proposte commerciali che, al netto delle differenze fra le singole società, prevedono un acquisto a sconto del credito d’imposta. Gli sconti variano a seconda della banca e del tipo di credito da trasferire. Inoltre, i termini di acquisto del credito d’imposta sono funzione inevitabilmente della durata della detrazione. In generale, in caso di superbonus, le banche riconoscono ai clienti 100 – 102 euro per ogni 110 euro di credito fiscale acquistato, percentuale che scende invece a 90-92 euro se si tratta di cessione di altri bonus con detrazione in 5 anni e ulteriormente a 78-89 euro se la detrazione è di 10 anni.
Inoltre, concedono anche dei finanziamenti (con tassi intorno al 2-3%) per l’esecuzione dei lavori: si tratta di finanziamenti concessi immediatamente, in modo da anticipare l’importo necessario per procedere all’esecuzione degli interventi edilizi. Per quanto riguarda la tempistica di accredito del corrispettivo della cessione, i tempi di liquidazione del credito d’imposta si aggirano sui 5-15 giorni lavorativi, dal momento in cui il credito è presente nel cassetto fiscale dei vari istituti.
“Unicredit ha fatto da apripista su tutte le possibilità offerte dall’iniziativa con un servizio che si rivolge sia a chi intende solo cedere il proprio credito sia a chi necessita di un finanziamento per sostenere i lavori che porteranno in seguito alla cessione del credito fiscale, e ad oggi rileva un forte interesse da parte della propria clientela”, dichiara Remo Taricani, co-ceo commercial banking Italy di Unicredit, che poi spiega che da un’analisi dei dati in volumi delle richieste pervenute è emerso che il 72% degli interventi è nell’ambito del superbonus 110%, di cui il 12% circa riferito a interventi di riqualificazione sismica, mentre il restante 28% è destinato per il 9% al bonus facciate e per la restante parte ad altri lavori di ristrutturazione. “Circa il 65% del totale delle pratiche attualmente in valutazione ha come beneficiario una persona fisica, il 10% condomini e la restante parte le imprese”, aggiunge Taricani che ritiene tuttavia che nei prossimi mesi le richieste provenienti da condomini e imprese cresceranno, anche solo per il semplice fatto che in questi casi l’iter processuale è per sua natura più lungo.
Dal canto suo, intanto, Poste Italiane ha dichiarato che il “bonus ceduto in prevalenza è quello relativo alla ristrutturazione per recupero del patrimonio edilizio, con richieste che arrivano prevalentemente attraverso il canale web” e che le attese per il 2021 sono di ulteriore crescita. “Da febbraio si amplierà anche la gamma dei crediti cedibili, che vedrà aggiungersi a quelli già previsti – superbonus 110%, altri bonus edilizi e bonus vacanze – ulteriori bonus previsti dal decreto Rilancio e destinati prevalentemente al target delle piccole e medie imprese: canoni di locazione di botteghe, negozi e immobili ad uso non abitativo, sanificazione e acquisto dei dispositivi di protezione ed adeguamento degli ambienti di lavoro”, prosegue Poste Italiane.
I numeri confermano un certo interesse da parte degli italiani. “Abbiamo (a metà febbraio, ndr) circa 42.700 iscrizioni al servizio Deloitte con 28.500 interventi caricati per un valore di circa 3 miliardi”, dichiara Andrea Lecce, responsabile direzione sales & marketing privati e aziende retail di Intesa Sanpaolo, che spiega che l’istituto già da agosto ha reso disponibili gli strumenti per il superbonus e a settembre lo ha esteso anche alla clientela della rete Ubi Banca, grazie alla progressiva integrazione commerciale delle due banche
“L’offerta del gruppo Intesa Sanpaolo è costruita su tre elementi che la rendono flessibile e modulare, potendosi adattare alle diverse esigenze dei clienti: la cessione del credito d’imposta; l’eventuale finanziamento ponte per l’avvio e la gestione dei cantieri oggetto di cessione del credito d’imposta e il servizio facoltativo e gratuito di Deloitte, che segue il cliente nel progetto potendo in tal modo ottenere il visto di conformità e la gestione del cassetto fiscale”, prosegue Lecce.
L’iter infatti non è così semplice, per cui avere un servizio di consulenza in tutto il processo di cessione può essere di forte aiuto ai privati. Anche Unicredit ha scelto di offrire un servizio completo che comprende la verifica della documentazione e del rispetto dei requisiti richiesti per il riconoscimento del credito fiscale attraverso i propri partner di elevato profilo. Si è mossa differentemente invece Poste Italiane, che al momento non prevede un servizio di consulenza. “Per poter accedere al servizio di cessione del credito di imposta, gli interessati non dovranno presentare alcuna documentazione per istruire la pratica. Una volta stipulato il contratto di cessione – online, in pochi click, o in ufficio postale – il correntista, che abbia maturato il credito fiscale, dovrà accedere alla piattaforma dell’Agenzia delle Entrate e comunicare i dati della cessione, secondo le modalità previste dalla normativa di riferimento; a seguito del perfezionamento della cessione nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, riceverà la liquidità sul proprio conto BancoPosta”.
Nuovi attori stanno facendo la loro comparsa su questo mercato: i marketplace web, come testimonia Alfredo Di Napoli, commercialista e founder di GiroCredito. “Noi siamo gli intermediari tra chi vuole rendere liquidi in tempi brevi i crediti (privati o società che hanno applicato lo sconto in fattura) e gli investitori, privati o istituzionali, che li compenseranno sui loro futuri F24. trovando un’ottima opportunità di investimento a tassi molto interessanti e totalmente risk-free, dal momento che qualsiasi eventuale contestazione dell’Agenzia delle Entrate potrà essere rivolta solo al primo cedente”.
Da evidenziare, però, che l’Agenzia delle Entrate nei prossimi anni farà controlli sulle richieste inserite; quindi quando si procede con autocertificazione è bene prestare massima attenzione.
In ogni caso, secondo Guelfi, “al netto delle complessità applicative e procedurali che caratterizzano la fruizione di queste agevolazioni, questa finanziarizzazione dei crediti d’imposta per interventi edilizi sembra un intervento che avvantaggia tutti: il soggetto che intende ristrutturare casa, il settore bancario che vede aprirsi un nuovo canale di credito e il settore edilizio nel suo complesso che beneficia di uno stimolo in un periodo di crisi”.
Oltre a un tema di vantaggi economici, infatti, le agevolazioni fiscali introdotte dalla recente normativa rappresentano un’occasione irrinunciabile e da utilizzare appieno per una vera riqualificazione del patrimonio immobiliare. Secondo l’ufficio studi di Gabetti e Gabetti Lab, infatti, “in Italia se venissero riqualificati tutti gli 11 milioni circa di edifici classificati nelle classi energetiche F e G – ipotizzando un salto medio di 3,2 classi energetiche – la riduzione potenziale delle emissioni di Co2 sarebbe di circa il 50%, pari a 80 milioni di tonnellate Co2/anno. Raggiungendo quasi l’obiettivo europeo 2030”.
“L’auspicio è che il nuovo esecutivo appena insediato intenda valorizzare ulteriormente questo strumento, sia fornendo ulteriore chiarezza e semplificazione nei processi di utilizzo, sia estendendolo temporalmente”, commenta Maurizio Fraschini, partner dello studio Plusiders, che poi conclude dicendo che “un vero effetto bazooka sull’economia si potrebbe ottenere estendendo i bonus fiscali anche a fondi e operatori istituzionali, così confermando che la leva fiscale è lo strumento migliore per il raggiungimento di finalità diverse, ma tutte riconducibili al principio costituzionale di (buon) governo del territorio”.
BONUS FISCALI CEDIBILI
– Superbonus 110%, credito d’imposta ai sensi dell’art.119 del decreto Rilancio (DL n. 34/2020), ripartito in 5 quote annuali.
– Ecobonus ordinario (efficienza energetica e installazione di impianti fotovoltaici)
ai sensi dell’art. 14 del DL n. 63/2013) e dell’art.16-bis, comma 1, lettera h) del Tuir, ripartito in 10 quote annuali;
– Sismabonus ordinario (misure antisismiche)
ai sensi dell’art. 16, commi da 1-bis a 1-septies del DL n. 63/2013, ripartito in 5 quote annuali;
– Ristrutturazione(recupero patrimonio edilizio)
ai sensi dell’art. 16-bis, comma 1, lettere a) e b), del Tuir, ripartito in 10 quote annuali;
– Recupero o restauro facciate
ai sensi art. 1, comma 219 e 220, della L. n. 160/2019, ripartito in 10 quote annuali.
(Articolo tratto dal magazine di marzo 2021)
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