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Arriva l’ennesima modifica alle misure in corso, con il limite alla cessione dei crediti che potrebbe provocare serie difficoltà alle imprese e le famiglie più bisognose.
Il Decreto Sostegni ter, –si veda testo in formato bozza– approvato oggi dal Consiglio dei Ministri, stravolge la prassi della cessione del credito consolidatasi da poco, e con grande fatica, nelle ipotesi di Superbonus 110% e delle agevolazioni fiscali assimilate.
La norma, che si aggiunge all’introduzione generalizzata del visto di conformità e dell’asseverazione di congruità delle spese al fine di contenere le frodi nel mercato dell’edilizia, prevede che la cessione del credito venga limitata ad un solo passaggio.
In particolare, il testo del Decreto prevede che il credito di imposta corrispondente, nel caso di Superbonus, bonus ristrutturazioni, ecobonus, sismabonus e bonus facciate sia cedibile per una sola volta.
In altre parole, il beneficiario della detrazione potrà godere dell’agevolazione fiscale e cedere il proprio credito ad altri soggetti, quali banche ed intermediari finanziari, ma questi non potranno cederlo a loro volta.
Contestualmente, i fornitori che utilizzano l’opzione residuale dello sconto in fattura potranno recuperare lo sconto riconosciuto sotto forma di credito di imposta, ma non potranno poi cederlo a loro volta senza limiti.
Tutti i contratti stipulati in violazione del testo licenziato dal Consiglio dei Ministri saranno addirittura ritenuti nulli.
L’unica eccezione, che peraltro consente una sola ulteriore cessione rispetto a quella originaria, è stata prevista per che i crediti che siano stai già ceduti alla data del 7 febbraio 2022, data, quest’ultima che, di conseguenza, farà da spartiacque.
Se le nuove regole saranno convertite in legge, prima della loro entrata in vigore tutti gli operatori che non intendono utilizzare i crediti di imposta in compensazione dovranno, dunque, cederli quanto prima, con conseguenza pratiche che, ad oggi, è molto difficile ipotizzare.
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