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Gli incentivi per l’acquisto di apparecchi più efficienti. Con lo sconto in fattura ci si dota degli impianti sborsando un terzo del prezzo
UDINE. Parola composta, sette lettere: ecobonus. È una delle strade che i governi dei Paesi europei tentano di percorrere per traguardare gli obiettivi fissati dall’Ue nel Quadro 2030 per il clima e l’energia. La riduzione almeno del 40 per cento delle emissioni di gas a effetto serra (rispetto ai livelli del 1990), una quota almeno del 32 per cento di energia rinnovabile e un miglioramento almeno del 32,5 per cento dell’efficienza energetica globale sono obiettivi che si possono perseguire, ad esempio, anche con l’installazione di impianti di climatizzazione e riscaldamento più performanti. Un tema di strettissima attualità, considerate le temperature torride di questa prima parte di luglio e, soprattutto, gli incentivi a sostegno dell’efficientamento energetico promossi (o comunque confermati) dal governo. Si scrive, insomma, ecobonus. E può consentire alle famiglie che scelgono di installare un nuovo apparecchio di ottenere rimborsi dal 50 al 65 per cento della spesa.
Il meccanismo dei bonus
I vantaggi economici per l’utente finale ci sono e sono reali. Due gli scaglioni di detrazioni: il 50 per cento per l’acquisto di un climatizzatore o di una caldaia standard, fino al 65 per cento per i modelli più evoluti, che abbattono sensibilmente consumi ed emissioni, in particolare in caso di sostituzione di un modello vecchio. Due le modalità per ottenere il beneficio: la detrazione può materializzarsi con rimborsi suddivisi in dieci rate annuali; in alternativa è possibile usufruire dello sconto in fattura proposto da alcuni rivenditori.
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«È una soluzione che adottiamo soprattutto per i clienti residenziali – spiega Massimiliano Durisotti della Airtech di Udine –. Il cliente a quel punto sborsa il 35 per cento del costo dell’apparecchio, più la quota necessaria a coprire la spesa per l’attivazione di procedura di cessione del credito». Una strada, questa, che battono sempre più utenti, «anche per pompe di calore, inverter e impianti fotovoltaici», aggiunge Durisotti. Il benefit legato ai condizionatori ricevuto tramite ecobonus non corrisponde a un importo fisso: dipende esclusivamente dalla tipologia di intervento effettuato e dal contributo in termini di risparmio energetico che deriverà dall’intervento stesso. L’importo massimo di detrazione, suddiviso in dieci quote annuali di pari importo, è di 96 mila euro.
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L’attività delle multiutility
C’è un terzo percorso. È quello proposto dalle multiutility, le aziende che si occupano di erogare i servizi di fornitura di gas ed energia elettrica. Spesso queste proposte sono formulate tramite agenti terzi, con offerte porta-a-porta. Il vantaggio? È un servizio chiavi in mano e pertanto non è necessario farsi assistere da un tecnico per compilare le pratiche necessarie all’ottenimento del bonus, né ricordarsi delle scadenze a ogni dichiarazione dei redditi: le aziende sfruttano, infatti, la cessione del credito.
L’aumento delle richieste
A partire dal 2018 sono state promosse a livello nazionale le campagne di sostegno dell’efficientamento energetico che hanno permesso di incrementare il numero di interventi da parte di privati ed enti pubblici. I dati forniti dall’Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile) confermano l’aumento delle richieste: nel 2019 sono stati 2.353 gli interventi per l’acquisto e l’installazione finanziati in Fvg tramite ecobonus, a cui si aggiungono le 931 autorizzazioni per i contributi destinati alla posa in opera di pompe di calore.
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Oltre 14 mila sono state poi le operazioni finanziate tramite Bonus Casa (6.121 per caldaie, 8.275 per pompe di calore), 96 quelle nell’ambito del Conto termico, finanziate con incentivi pari a 898.787 euro.
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