Con le già note problematiche legate al reperimento delle
materie prime, al caro energia e al blocco dei crediti nell’ambito degli
ecobonus, le piccole imprese del territorio attive nel settore delle
costruzioni si trovano ora a dover fare i conti con l’ennesimo adempimento
burocratico che rischia di escluderle dalla fondamentale partita della
ricostruzione.
Le difficoltà, in questo caso, derivano dai requisiti di
alcuni bandi pubblicati nell’ambito della riqualificazione degli edifici
scolastici di Ascoli, per prendere parte ai quali è necessario essere in
possesso di certificazioni di categorie relative all’importo dei lavori già
svolti che ad oggi, viste le cifre richieste in fatturato del tutto
sproporzionate rispetto all’entità degli interventi da svolgere, ben
poche aziende – locali e non – possono dire di aver conseguito.
Anziché sostenere la partecipazione delle realtà imprenditoriali
del territorio nel processo ricostruzione edilizia, economica e sociale di un
Piceno profondamente ferito dal sisma, i bandi in questione non incentivano
neppure la costituzione di associazioni temporanee tra addetti ai lavori,
penalizzando le piccole e medie imprese ed escludendole di fatto da appalti che
agevolano la partecipazione dei grandi gruppi delle costruzioni, in una
competizione che di conseguenza si preannuncia inevitabilmente falsata e
tutt’altro che meritocratica.
Da sempre in prima linea per tutelare il saper fare tipico
del Piceno da ogni complicazione e lungaggine burocratica, la CNA di Ascoli
condanna fermamente l’introduzione di un ulteriore ostacolo lungo la via della
ricostruzione e della ripresa economica, due temi per i quali da troppo
tempo ormai cittadini e imprese attendono risposte concrete da parte delle
istituzioni.
«Siamo di fronte all’ennesima incombenza che finisce per
gravare sulle piccole e medie imprese edili del territorio – dichiara Francesco
Balloni, direttore della CNA Picena – attive in un settore già alle
prese con una profonda crisi legata al blocco imposto alla cessione del credito
e a un vertiginoso aumento dei costi. In una fase così delicata è necessario
sostenere le aziende, e non certo impedire loro di mettere in campo la loro
professionalità per il bene del territorio».
«Anziché incentivare il rispetto delle regole –
sottolinea Arianna Trillini, presidente della CNA di Ascoli – l’introduzione
di paletti così rigidi finisce per limitare l’efficacia di questi bandi
nell’ambito del tessuto economico locale. Come associazione avvertiamo
l’esigenza di snellire al più presto le procedure per mettere le nostre
eccellenze delle costruzioni in condizione di poter lavorare al meglio delle
loro possibilità, sia in termini di ricostruzione che di ecobonus, scongiurando
così il rischio di vanificare imperdibili opportunità di riqualificazione
edilizia, economica e sociale».
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