Si sblocca tutto? Forse no, ma la novità, che dovrebbe velocizzare le pratiche e smuovere le sabbie mobili in cui si sono trovati i condomini di mezza Italia, tra lavori che non partono più o che tardano a finire, è sostanziale. Cambia ancora il superbonus. Il governo Draghi ha infatti presentato in commissione alla Camera un emendamento al decreto Aiuti che allarga la platea dei soggetti a cui è possibile cedere i crediti.
Superbonus: cosa cambierà
Tradotto in parole povere: le banche, se la modifica andrà in porto, potranno cedere i crediti d’imposta derivanti dai bonus edilizi a tutte le imprese e le partite Iva che abbiano un conto corrente presso la medesima banca. Ora non è così, la cessione è limitata ai correntisti qualificabili come “clienti professionali”. La misura è stata accolta dalla maggioranza con un po’ di freddezza perché difficilmente riuscirà a liberare i crediti bloccati, ma è un primo passo.
Però filtra ottimismo sul futuro del bonus, noinostante tutto. Lo stop alle proroghe del Superbonus? “Va trovata una soluzione, si può fare un’uscita graduale e morbida da questo strumento. Credo che un’interruzione drastica rischi di creare una serie di incompiute che non sono nell’interesse di nessuno”, ha detto a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, il ministro del Lavoro Andrea Orlando. Draghi e il ministro Franco non sembra possano avere ripensamenti su questo punto? “No – ha detto Orlando – credo che si troverà una soluzione”.
“Non si può dire o 110% o nulla – dice il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga – Cominciamo a mettere in campo misure che valgano per più anni e diamo certezze sia al cittadino sia all’impresa” evitando “la rincorsa che c’è stata con le imprese create dal nulla altrimenti si rischiava di perdere il 110%. Diamo certezza alle imprese – ha concluso – perché altrimenti il mercato rischia di avere delle bolle e poi esplodere. Noi non dobbiamo fare questo”.
47 mila posti di lavoro a rischio
In base alle stime di Confartigianato ci sono 5,2 miliardi di crediti incagliati e 47 mila posti di lavoro a rischio nell’edilizia e non solo. L’impatto sull`occupazione nel settore delle costruzioni a causa del blocco del sistema della cessione dei crediti, non gestibili sul mercato bancario a causa delle continue modifiche normative in materia, è un rischio enorme. A fronte dei 5.175 milioni di euro incagliati nei cassetti fiscali delle imprese – di cui 3.684 milioni (il 71,2%) per il superbonus e 1.491 milioni (28,8%) per gli altri bonus edilizi – la loro inesigibilità costerebbe la perdita di 46.912 addetti nelle micro e piccole imprese. In questo modo – sottolinea Confartigianato – si ridurrebbe del 40% l’aumento di occupazione creato nel settore delle costruzioni nell’ultimo anno, pari a 116 mila unità posti di lavoro in più tra il primo trimestre 2021 e il primo trimestre 2022, equivalente ad un ritmo di crescita del +8,4%, il doppio rispetto al totale dell’economia (+4,1%).
Secondo Confartigianato il blocco dei crediti, le continue modifiche normative in materia di bonus edilizia e la volontà del Governo di non prorogare il superbonus colpiscono proprio l`unico settore che, anche grazie a queste misure di sostegno, ha rimesso in moto il mercato del lavoro negli ultimi due anni. Infatti, tra il primo trimestre 2020 e il primo trimestre 2022, le costruzioni hanno fatto registrare l`aumento di 176mila addetti, a fronte del calo generalizzato di addetti nei servizi (-106mila), nella manifattura (-41mila), nell`agricoltura (-50mila). A livello territoriale il maggiore incremento di occupazione nelle costruzioni si è registrato nel Mezzogiorno, con 101mila addetti in più negli ultimi due anni, seguito dalla crescita di 71mila occupati nel Nord Ovest.
“E` paradossale e autolesionista – fa rilevare il presidente di Confartigianato, Marco Granelli – bloccare strumenti che hanno consentito la creazione di lavoro, il rilancio della domanda interna e che dovrebbero favorire la transizione ecologica del nostro Paese. Mi auguro si trovi una soluzione rapida e di buon senso, innanzitutto per ‘liberare’ i crediti fiscali incagliati ed evitare il fallimento di migliaia di imprese che non possono pagare dipendenti, fornitori, tasse e contributi, oltre a scongiurare la miriade di contenziosi legali che si aprirebbe inevitabilmente a causa del blocco dei cantieri avviati, a danno dei cittadini che hanno commissionato i lavori e che ora li vedono messi a rischio”.
“Per il futuro degli incentivi nel settore edilizia, che la Commissione europea ha indicato tra le armi più efficaci per rilanciare lo sviluppo – aggiunge Granelli – mai più gli stop and go normativi di questi ultimi mesi che hanno vanificato le aspettative e gli sforzi di cittadini e imprenditori. Siamo pronti fin d’ora ad un confronto con il Governo e il Parlamento per individuare soluzioni equilibrate, che mettano al riparo dalle truffe dei finti imprenditori, e per definire provvedimenti certi, strutturali e sostenibili finalizzati a favorire la transizione green e il risparmio energetico”.
Source: today.it
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