Che fare se si riporta sull’ordine di pagamento la normativa sbagliata? Si perde il diritto al bonus ristrutturazioni o all’ecobonus?
Stai facendo dei lavori in casa e vuoi usufruire dei vari bonus riconosciuti dalla legge. Sai che devi effettuare pagamenti tracciabili e fai i dovuti bonifici. Ti accorgi, però, che uno di questi riporta una causale sbagliata: hai messo il riferimento normativo sul bonus ristrutturazioni che dà diritto alla detrazione del 50% anziché su quello del bonus energetico che ti permette di avere in 10 anni uno sconto del 65%. Significa che stai per regalare allo Stato il 15% di quello che hai pagato (che non sarà poco)? Come modificare la causale di un bonifico?
Nel caso in cui ti trovassi in questa situazione, non disperare. Primo perché l’Agenzia delle Entrate prende per buono quell’errore nel caso in cui sia evidente che non c’è stato un intento di imbrogliare il Fisco. E secondo perché, male che vada, è possibile annullare il bonifico e farne un altro con la causale giusta.
Attenzione, però: «Non disperare» non è sinonimo di «prenditela con calma». Ci sono dei tempi e delle condizioni da rispettare. Vediamo come modificare la causale di un bonifico.
Causale del bonifico: è obbligatoria?
Innanzitutto, va chiarito che la causale del bonifico bancario normale non è obbligatoria, per quanto sia sempre consigliabile riportarla in modo da poter ricostruire meglio in futuro i movimenti da e verso il proprio conto corrente in caso di richieste di chiarimenti da parte del Fisco.
La causale si rende necessaria nel cosiddetto bonifico parlante, cioè quello utilizzato per accedere ai bonus di ristrutturazione e di riqualificazione energetica degli edifici. Ad eccezione del bonus mobili, per il quale sono ammessi i pagamenti con carta di credito e di debito o con assegni, i lavori in casa che danno diritto alle detrazioni fiscali devono essere pagati con il bonifico bancario o postale. E la causale ci vuole. Perché? Perché in questo modo la banca o la Posta (a seconda di dove si ha il conto corrente) può applicare la ritenuta obbligatoria che dal 2015 è dell’8% a titolo di acconto sulle imposte dovute dall’impresa o dal professionista che ha effettuato il lavoro.
Nella causale, bisogna riportare la norma di riferimento che consente l’accesso al bonus. Ad esempio, per la detrazione che riguarda gli interventi di ristrutturazione si potrà scrivere come causale «Bonifico relativo a lavori edilizi che danno diritto alla detrazione prevista dall’articolo 16-bis del Dpr 917/1986», mentre per i lavori di miglioramento energetico la causale potrà riportare la dicitura «Lavori volti al risparmio energetico ai sensi art. 1, co. 344-347, L. 27/12/2006, n. 296 per l’ecobonus». A ciò andranno aggiunti il codice fiscale del beneficiario del pagamento ed il codice fiscale o la partita Iva dell’impresa o del professionista che ha fatto il lavoro.
Causale del bonifico: come modificarla se è sbagliata?
Può capitare che nella fretta o in un momento di distrazione si commetta un errore nella compilazione del modulo e si finisca per dover modificare la causale di un bonifico. Che cosa si può fare?
Naturalmente, non è ammesso prendere il «bianchetto» per correggere l’errore, oppure tirare una riga con una penna per cancellare la parte sbagliata e riscriverla di nuovo. Quello che si più fare, come prima soluzione, è annullare l’ordine del bonifico e farne uno nuovo. In sostanza, ripetere il pagamento all’impresa o al professionista che ha fatto l’intervento. In questo modo, si avrà la certezza che non verrà persa la detrazione fiscale.
Altra possibilità per modificare la causale del bonifico è quella di chiedere a chi ha effettuato le opere (impresa o professionista) un’autodichiarazione in cui si attesta di avere ricevuto il pagamento dal committente tramite il citato bonifico che aveva la causale sbagliata ed il motivo per il quale è stato fatto il versamento dei soldi. Tecnicamente, nella dichiarazione sostitutiva di atto notorio, l’impresa certificherà che «i corrispettivi accreditati a suo favore sono stati inclusi nella contabilità dell’impresa ai fini della loro concorrenza alla corretta determinazione del reddito».
In pratica, in questo modo, si dimostra che, pur avendo riportato una causale sbagliata, è stato fatto e pagato il lavoro che dà diritto ai bonus.
Causale sbagliata del bonifico: si perde la detrazione?
Come detto, la prima possibilità per modificare la causale sbagliata del bonifico è quella di ripetere il pagamento: annullato l’ordine e fatto uno nuovo con la causale corretta, dunque, non c’è nulla da temere ai fini della detrazione fiscale.
Vale la pena, però, approfondire l’altro modo per correggere l’errore, cioè quello dell’autocertificazione dell’impresa o del professionista. L’Agenzia delle Entrate offre questa possibilità da diversi anni sei seguenti termini: «Se per errore è stato effettuato un bonifico diverso da quello dedicato o non sono stati indicati sul bonifico tutti i dati richiesti, e non è stato possibile ripetere il bonifico, la detrazione spetta solo qualora il contribuente sia in possesso di una dichiarazione sostitutiva di atto notorietà rilasciata dall’impresa, con la quale quest’ultima attesta che i corrispettivi accreditati a suo favore sono stati correttamente contabilizzati ai fini della loro imputazione nella determinazione del reddito».
Ora, non è che con queste parole il Fisco stia dicendo al contribuente che si fida di lui ad occhi chiusi, anzi: l’Agenzia è legittimata a fare ulteriori controlli per capire se tutto è stato fatto nel rispetto delle norme.
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