È stata attivata stamattina, come promesso nei giorni scorsi, la piattaforma informatica “Bonus veicoli sicuri” che consentirà ai primi 402 mila fortunati che lo chiederanno di farsi rimborsare parte del maggior costo della revisione svolta in un centro privato. Dall’1 novembre scorso, infatti, il costo del controllo periodico dei veicoli è aumentato di 12,14 euro (9,95 euro+Iva), passando da 66,88 a 79,02 euro. Il rimborso, però, sarà relativo solo alla parte imponibile, pari a 9,95 euro e, come detto, non generalizzato. Per questa iniziativa, infatti, il parlamento ha messo a disposizione soltanto 4 milioni di euro all’anno per il triennio 2021-2023. Dunque, solo 402 mila persone all’anno potranno sfruttare questa opportunità.
Come funziona. Vediamo il meccanismo del rimborso nel dettaglio. La prima cosa da sapere è che da oggi può prenotare il rimborso solo chi ha effettuato la revisione tra l’1 novembre e il 31 dicembre 2021. I rimborsi dei controlli svolti nel 2022 partiranno più avanti, in una data che però non è ancora stata stabilita.
Non più di un rimborso a testa. In secondo luogo, è necessario sapere che nell’arco del triennio il contributo è concesso per un solo veicolo e per una sola volta. Insomma, se una persona sottopone più volte lo stesso veicolo a revisione tra l’1 novembre 2021 e il 31 ottobre 2024 può ottenere solo un rimborso. Idem per chi sottopone a revisione più veicoli di proprietà nello stesso arco di tempo.
Per entrare serve lo Spid. Inoltre, come ormai ampiamente sperimentato in occasione dei precedenti rimborsi (per esempio il cosiddetto bonus seggiolini o il bonus mobilità) per accedere al sistema è necessario disporre del Sistema pubblico per l’identità digitale, il cosiddetto Spid (chi ne fosse ancora sprovvisto può chiederlo all’indirizzo www.spid.gov.it/richiedi-spid). Una volta entrati nel sistema, bisogna inserire nella piattaforma la targa del veicolo. Il collegamento con la banca dati della Motorizzazione consente al sistema di verificare che effettivamente il mezzo associato al numero inserito è stato sottoposto a revisione e, quindi, di procedere con la formale richiesta di contributo. A quel punto bisogna inserire anche l’Iban del proprio conto corrente e un indirizzo di posta elettronica (nel caso in cui l’intestatario del veicolo sia una persona giuridica occorre anche la partita Iva): il sistema genera una ricevuta che è possibile scaricare in formato Pdf, salvare sul proprio pc e stampare. La somma sarà successivamente accreditata sul conto corrente indicato.
Bonus per pochi. Infine, è fondamentale sapere che è possibile annullare la richiesta prima della generazione della ricevuta, ma, come avverte lo stesso sistema, la cancellazione “non garantisce la possibilità di inserire un’altra richiesta. In seguito alla cancellazione potrebbe non essere più possibile fare un’altra richiesta per mancanza di disponibilità di risorse finanziarie”. Infatti, i soldi non basteranno per tutti. Chi prima arriva…
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