“Commercio e viabilità fra pedonalizzazioni, zone 30, varchi e parcheggi: come intende organizzare l’accesso al centro?”
Le risposte dei dodici candidati sindaco a Parma alle elezioni del 12 giugno.
Marco Adorni
L’Altra Parma
“Per rilanciare la vitalità economica del centro storico occorre una serie di misure tese a sostenere gli esercenti, quali il rinnovo delle riduzioni sulla Tari (Tassa sui rifiuti) e la Cosap (Canone per l’occupazione di spazi e aree pubblici) per tutto il quinquennio 2022-2027, con un piano di ‘rientro’ di tariffe annuali crescenti fino al ritorno alla normalità; mettere a regime l’uso di dehors per i pubblici esercizi; nuove linee bus con un biglietto unico valevole per l’intera giornata nei fine settimana, introducendo navette elettriche da e per il centro con fermate e frequenze dedicate; ridurre il costo della sosta, rendendo gratuita la prima mezz’ora di parcheggio, graduando le tariffe in ragione della differente densità giornaliera del flusso veicolare; pedonalizzare piccole zone per lo shopping, con flessibilità oraria stabilita sulla base delle necessità delle attività commerciali e dei flussi di persone; tendere a una revisione complessiva delle zone Ztl e degli orari dei varchi per agevolare le attività commerciali e gli operatori, nonché per favorire un pieno sfruttamento del parcheggio di Piazza Ghiaia, oggi ampiamente sottoutilizzato in quanto rientrante in zona a traffico limitato; mettere capo a un progetto di rilancio dell’estetica urbana e del decoro nelle vie principali del centro storico, anche predisponendo nuovi servizi igienici pubblici, oggi largamente assenti; riutilizzare i grandi parcheggi residuali e dismessi presenti in periferia da collegarsi con il centro storico attraverso specifiche navette a trazione elettrica; realizzazione di hub per il servizio di bike sharing collocandoli in zone strategiche per gli spostamenti centro-periferia, nuove piste ciclabili (e messa in sicurezza delle attuali) per favorire l’accesso in centro storico delle biciclett; la modifica del Pug così da puntare a un rapporto equilibrato tra grande distribuzione organizzata e piccole e medie imprese commerciali nella concessione di aree; incentivare il car sharing mediante l’applicazione di una riduzione tariffaria; programmare, su scala pluriennale, una serie di grandi eventi dedicati al cibo e alla cultura di Parma, in siti centrali o facilmente raggiungibili dal centro storico. Rivalutazione dei parametri dell’area verde (comprensiva della zona entro l’anello delle tangenziali, delle zone a traffico ambientale, delle zone 30, delle aree pedonali e aree sensibili) facendo un passo indietro rispetto all’inasprimento recentemente introdotto con i nuovi varchi alle tangenziali, poiché i blocchi del traffico non sono utili al conseguimento degli obiettivi europei.
Occorre rivalutare la scelta dell’attuale amministrazione, considerando che all’automobilista bisogna offrire soluzioni alternative che siano sostenibili sul piano economico. L’obiettivo dev’essere quello di ridurre il mero transito dei veicoli e favorire soluzioni attraverso un piano di riattivazione di parcheggi scambiatori collegati al centro con navette, come su esposto”.
Priamo Bocchi
Fratelli d’Italia
“Nel centro storico di Parma è concentrata gran parte del patrimonio artistico e culturale della città. Il Rapporto annuale sui centri storici a cura dell’Associazione Nazionale Centri Storici Artistici ha delineato un quadro sconfortante per i centri storici dei capoluoghi italiani. I centri storici italiani sono sempre più popolati da anziani e stranieri e luoghi sempre più trascurati e abbandonati. Dal 2012 al 2021 sono venuti meno nei centri storici ben 85mila negozi e con essi un importante presidio di socialità e sicurezza. Tutelare il tessuto commerciale vuol dire più vivacità, più attrattività, più autocontrollo, più sicurezza.
Trascurare l’importanza e la bellezza del centro storico significa invece dissipare buona parte della nostra ricchezza. Il centro storico di Parma oggi è isolato, sporco, desertificato e pericoloso: spesso teatro di episodi di illegalità, violenza, risse, furti, rapine. I molestatori e i bivacchi sono all’ordine del giorno. Il commercio locale è sofferente per vari motivi (insicurezza, Parma ai primi posti per furti e rapine negozi) e numerosi sono i negozi sfitti. Le ricadute di tale fenomeno sono pesanti. Se pensiamo che il 61% delle imprese attive a Parma appartengono al settore commercio, turismo e servizi privati, capiamo l’importanza che esso riveste nel nostro tessuto economico cittadino. La crisi di questo settore, stretto tra diminuzione della domanda interna, Covid, aumento dei costi e crescita dell’e-commerce, sta avendo ripercussioni economiche con pesanti riflessi in ambito urbano e sociale.
Gli spazi commerciali sfitti e non utilizzati, nella sola area all’interno dei viali di circonvallazione di Parma, sono oltre 400 e ogni mese chiudono la saracinesca attività storiche e radicate. Difendere la sopravvivenza di un esercizio commerciale significa oggi più che mai proteggere la socialità, la sicurezza (un’attività commerciale è un presidio di legalità) e l’identità di Parma e in particolare del suo centro storico. Decoro (Compendio del decoro urbano sull’esempio di Brescia), sicurezza (introdurre gli street tutor e rafforzare vigilanza), vivibilità (istituzione del Sindaco della notte) e accessibilità saranno le parole d’ordine. L’entrata in vigore delle aree verde e blu, introdotte dal recente Pums, arrecherà disagi e restrizioni per tanti parmigiani senza significativi benefici sulla qualità dell’aria. La mobilità dovrebbe essere considerata una questione sociale oltre che ambientale e non si possono ignorare le difficoltà che incontreranno tante famiglie oggi in difficoltà economica e senza la possibilità di sostituire la propria vecchia auto.
Sembra che essere ‘green’ oggi sia un lusso che solo pochi ‘citizen chic’ possono permettersi: il diritto alla mobilità (automobile) non si può riservare solo alle persone che si possono permettere l’acquisto di una nuova auto. Non si può poi trascurare l’evidenza che le emissioni delle automobili sono responsabili solo in minima parte del Pm10 presente nell’aria e il fatto che quelle delle polveri più sottili dipendano dalla categoria dei veicoli oltre che dall’alimentazione: una utilitaria a benzina emette infatti meno anidride carbonica di una ibrida di alta gamma eppure gli incentivi alla sostituzione riguardano solamente l’acquisto dei più costosi modelli elettrici, andando spesso a beneficio delle classi più elevate. Alle ulteriori restrizioni dell’uso dell’auto privata non sono poi corrisposti adeguati investimenti su infrastrutture viarie, parcheggi, navette gratuite dagli scambiatori, trasporto pubblico (oggi poco utilizzato e poco efficiente); troppe piste ciclabili sono poi illogiche, insicure e creano restringimenti di carreggiata che provocano una dannosa congestione del traffico.
Il centro storico, già trascurato, desertificato e isolato, rischia di pagare un prezzo ancora più salato senza che siano garantite iniziative atte a favorire maggiore accessibilità e attrattività. Bisognerebbe rendere il centro maggiormente accessibile e servito da bus leggeri, elettrici con percorso breve e frequente, oltre a diminuire il costo dei parcheggi interrati attraverso convenzioni con il gestore privato. Ci chiediamo infine se anche a Parma non sia il caso di pensare ad uno studio di fattibilità per dotarsi in futuro di una tramvia di superficie, così come ha fatto da poco la vicina Reggio Emilia e come hanno da tempo avviato città come Bergamo, Brescia, Padova e Cagliari”.
Andrea Bui
Potere al Popolo – Rifondazione e Pci
“Sul centro cittadino si sta giocando una battaglia politica ed economica importantissima per il futuro della città. Le attività commerciali sono fondamentali non solo da un punto di vista economico ma anche sotto un profilo sociale. Negli ultimi anni, le amministrazioni hanno autorizzato la costruzione di centri commerciali sempre più grandi e sempre più numerosi, determinando la desertificazione commerciale della città, abbracciando un modello di consumo basato sull’automobile e contribuendo in maniera significativa alla cementificazione e all’inquinamento.
Ma grazie a un dibattito stucchevole, la giusta rabbia dei piccoli commercianti è stata dirottata dalla grande distribuzione commerciale ai negozi etnici, a un non meglio precisato degrado che li accompagna e alla limitazione del traffico nel centro storico. Abbiamo il dovere di rivoluzionare la strategia commerciale, abbandonando un modello di centro città inteso come fondale a uso turistico, per costruirne uno che vada incontro ai bisogni di tutti i cittadini.
Innanzitutto, il blocco totale di ogni nuova costruzione di centri commerciali e supermercati. La nostra proposta, in questo senso, è l’istituzione di una tassa di scopo sulla grande distribuzione, i cui proventi vadano a finanziare il sostegno al piccolo commercio in tutta la città, non solo nel centro storico, ma anche in quei quartieri come San Leonardo e Pablo, per i quali una desertificazione commerciale rappresenterebbe un gravissimo problema sociale oltre che economico. In più, è necessario un contenimento della rendita immobiliare. Oggi il costo di un affitto di un negozio è spesso proibitivo e diventa inconciliabile con una piccola attività che deve competere con i colossi della Gdo. Queste politiche sono perfettamente conciliabili con un ampio piano di pedonalizzazione che deve appoggiarsi, però, su un rafforzamento del trasporto pubblico locale.
E a questo proposito, siamo per un trasporto pubblico gratuito. L’incidenza del costo del biglietto conta solo per un 5% nel bilancio delle aziende di trasporto pubblico: perché non pensare ad un percorso di gratuità a partire dai giovani fino a 23 anni e per gli anziani? Può sembrare fantascienza ma è una soluzione che già altre realtà in Italia e in Europa hanno adottato. Solo garantendo una mobilità sostenibile a tutti è possibile realizzare piani di riduzione di traffico e inquinamento efficaci. In mancanza di provvedimenti di equità sociale, invece, ci troviamo di fronte ad un ipocrita sistema che discrimina chi non è ricco e non può permettersi di cambiare auto ogni due anni: così si incentiva un consumismo in contraddizione con gli obiettivi di equilibrio ecologico che vengono addotti da chi porta avanti questi provvedimenti”.
Michela Canova
Parma Democratica
“Se non accedi non frequenti, se non frequentata la città muore. Ma se vai in centro e ti trovi in una rissa, o ti rubano la bicicletta oppure devi spendere 10 euro di parcheggio per fare shopping è chiaro che la frequentazione si riduce. Bisogna intervenire su sicurezza, ma partendo da come operi tra i giovani in periferia, completare le ciclovie e realizzare spazi di custodia bici, ridurre almeno del 50% il costo della sosta rinegoziando la concessione dei parcheggi pubblici. E magari rafforzare in determinati momenti il servizio bus con mezzi elettrici e dedicati al ‘vado in centro’. Vorrei inoltre sviluppare una campagna promozionale nei confronti di Reggio Emilia del tipo “prendi il treno e fai shopping a Parma”.
Dario Costi
Ora. Un progetto di Comunità – Civiltà parmigiana e Generazione Parma con Azione di Carlo Calenda
“La questione del commercio va affrontata in termini manageriali con un town city manager che possa integrare e fare interagire le politiche di accessibilità, di decoro urbano, sicurezza, la programmazione culturale e le politiche specifiche sul commercio. Il suo mandato e quello della sua squadra di lavoro sarà funzionale alla vivibilità del centro storico ma anche delle strade commerciali dei quartieri. Lo potrà fare valorizzando la chiave di tematizzazione delle strade e delle parti di città, quelle esistenti (moda, antiquari), quelle su cui fare una programmazione specifica, come Oltretorrente letterario o percorsi della cultura vetraria e profumiera a San Leonardo.
Ricucire centro-periferia è una condizione fondamentale per rilanciare il commercio e recuperare attraverso la socialità migliori condizioni di sicurezza. Come? Facilitando l’accesso al centro dai parcheggi esistenti e migliorando la transitabilità a piedi e in bicicletta di aree specifiche. Ad esempio strada Repubblica potrebbe diventare un attraente collegamento pedonale e ciclabile tra barriera e il centro con arredi urbani e verde, migliore illuminazione, parziale pedonalizzazione, percorso ciclabile sicuro e protetto dal resto della carreggiata.
Allo stesso modo San Leonardo e via Garibaldi, così come via Gramsci e Oltretorrente, distano pochi metri ma sembrano lontanissimi: vanno ricuciti affinché diventino un percorso omogeneo e piacevole da transitare. Per rendere più facile l’attraversamento del centro penso a una navetta elettrica sempre in movimento che raccolga la gente attorno ai viali, in prossimità dei parcheggi e delle righe blu, e poi tagli il centro portando i passeggeri nei vari luoghi di interesse artistico e commerciale. Questo favorirebbe l’accessibilità di tutti, anche di chi fatica a fare anche qualche centinaio di metri”.
Luca Galardi
Movimento 3V
“La transizione green, ovvero la sfida che l’Europa ci invita a cogliere per salvaguardare le risorse naturali del nostro pianeta e garantire ai nostri figli un futuro migliore, è assolutamente il filo conduttore che lega tutti i punti di cui stiamo parlando, ovvero economia, commercio e viabilità. Ovviamente nessun è contrario a questi temi proprio per l’importanza che questi temi potranno avere sul futuro dei nostri figli. Così se da una parte è chiaro a tutti la finalità della transizione green, dall’altra credo sia un errore pensare che determinate soluzioni siano le uniche percorribili e che debbano essere recepite come incontrovertibili.
Entrando più nello specifico della nostra realtà Parmigiana, è chiaro a tutti che un centro storico con meno automobili significa meno emissioni e meno inquinamento acustico. Tuttavia, è compito dell’amministrazione pubblica garantire che il costo di un tale progetto non ricada sulle fasce sociali più deboli. Il sindaco ha il dovere di assicurarsi che l’attuazione di determinate restrizioni alla viabilità non creino disagi ai cittadini che gestiscono attività commerciale fra gli stupendi vicoli di Parma.
Allo stesso tempo il sindaco non può accettare che vengano discriminati alcuni cittadini solo perché non possono permettersi di acquistare una nuova automobile. Per evitare questo, occorre sia un controllo sullo sviluppo di questa eredità che arriverà fino al 2030, sia l’attivazione di progetti di supporto al cittadino, che gli consentano di potersi spostare senza necessariamente andare a rimetterci, in un modo o nell’altro. Sarebbe ad esempio concreto e fruibile pensare ad un servizio di navette comunali ad alta frequenza , da realizzarsi trattenendo i finanziamenti per l’allungamento della pista dell’aeroporto, trattata in precedenza.
Essendo tali finanziamenti destinati alla mobilità sostenibile, tanto varrebbe spenderli per offrire un servizio che consenta al cittadino di poter accedere al centro storico senza lunghe attese in fermata, con una flotta dedicata, al fine di valorizzare le attività commerciali nelle aree Ztl, che vedono la loro clientela ridotta a causa dei varchi che impediscono l’accesso per gli acquisti ai cittadini che intendono spostarsi con l’automobile. È molto difficile, se non quasi impossibile, fare acquisti in bicicletta: un servizio di navette dedicate a questo genere di spostamento finalizzato renderebbe Parma ancora più fruibile per tutti i cittadini che hanno la necessità di spostarsi in breve tempo e allo stesso tempo non vogliono prendere l’automobile.
Contestualmente, inoltre, i cittadini che si vedono impossibilitati all’utilizzo dell’automobile per accedere ai negozi del centro, avrebbero una alternativa valida a loro disposizione. Solo con servizi dedicati al cittadino, validi, efficienti, ben studiati, coadiuvati da ammortizzatori sociali sul territorio, è possibile accompagnarlo verso questa transizione senza al contempo far gravare su di lui una decisione che è sicuramente nobile sulla carta, ma che può rivelarsi una vera insidia, se fuori controllo, per la popolazione già gravata da due anni di crepe nel tessuto economico e sociale italiano e, quindi, di conseguenza, comunale. Ancora una volta, e non smetteremo mai di ribadirlo, è il cittadino a dover essere al centro delle iniziative intraprese dall’amministrazione, qualsiasi esse siano. Senza garanzie, non c’è progetto che tenga, e ogni amministrazione non può che ricevere sfiducia da parte del popolo sul lungo periodo”.
Michele Guerra
Uniti Vince Parma – Pd-Effetto Parma-Italia Viva-Partito Socialista-Articolo Uno-Onda-Coraggiosa e Sinistra Italiana
“Quando ero bambino gli autobus e le auto passavano in via Cavour, in via Farini e in molti altri posti della città. Non troveremo mai una persona che vorrebbe tornare indietro. Il centro storico deve essere facilmente raggiungibile da tutti, senza discriminazioni, attraverso l’implementazione dei servizi di trasporto pubblico locale. Occorre migliorare il collegamento con i parcheggi scambiatori e le frazioni oltre che investire su navette che accorcino i tempi di spostamento. Sulle zone 30 prendiamo l’impegno di aumentarle in almeno altri 5 quartieri durante il nostro mandato. Bisogna migliorare la segnaletica dei parcheggi che permetta di sfruttare al meglio i posti del DUC, del DUS, Kennedy e del Parcheggio Repubblica – tutti vicinissimi al centro storico e oggi poco sfruttati rispetto agli altri. Inoltre sposteremo il varco di Viale Mariotti per consentire l’accesso al parcheggio della Ghiaia”.
Giampaolo Lavagetto
Per Parma 2032
“I negozi del commercio e dell’artigianato di piccole e medie dimensioni, le botteghe, non debbano essere considerate solo sotto la loro valenza economica, ma sono a tutti gli effetti presidi sul territorio con una importante funzione di mantenimento della sicurezza, del tessuto sociale e luoghi di aggregazione. Grazie alla mozione presentata dalla nostra consigliera Luni Colla, abbiamo fatto approvare dal consiglio comunale la no
tax area per commercio e artigianato. Un grande nostro successo che garantirà un rimborso graduale delle tasse locali sostenute per tre anni per quei negozi già esistenti che certificano la loro sofferenza economica di questi anni a partire dalle zone più sofferenti, Oltretorrente, Centro Storico , San Leonardo.
Da sindaco avvierò una verifica nelle diverse aree urbane delle reali condizioni della domanda, sia in termini di consistenza che di sviluppo, rispetto alla dotazione di servizi comme rciali aiutandoli eventualmente a specializzarsi e a diversificare l’offerta merceologica ed attuando un monitoraggio continuo e un controllo periodico sull’evoluzione commerciale e terziaria. A quel punto, per talune aree, come ad esempio il centro storico, potremmo attivare una gestione organizzata e collegiale per finalizzare in modo ottimale ogni intervento, fino alla realizzazione di un vero e proprio brand altamente competitivo. Tutto questo lo puoi fare però se adegui l’attuale Piano Urbano delle mobilità, che porti alla più ampia accessibilità da e per il centro storico.
Se il tempo per attraversare la città da est ad ovest è ancora ragionevole, grazie al fatto che l’antico Decumano romano è stato preservato, farlo da Nord a Sud è un viaggi o al limite dello stress psicofisico, Se in certi orari si tenta di arrivare al centro storico dal campus si può impiegare anche 45 minuti. Io non voglio le auto che scorrazzino in centro storico, ma nel frattempo che costruiamo veramente le condizioni d i una mobilità sostenibile, fatta non solo da monopattini e biciclette, devo garantire una accessibilità adeguata al centro storico per non fare scappare i residenti e non fare morire i commercianti.
Parcheggi pubblici adiacenti al centro storico come a Reggio Emilia a Parma non ne sono stati fatti, anzi è stato fatto un solo parcheggio, quello in ghiaia con 40 posti a rotazione, ma dentro ai Varchi e in ztl in modo che esso abbia un utilizzo giornaliero pari al 10% , Infine, gli altri parcheggi hanno cos ti proibitivi: 4 euro per 61 minuti. Questa non è una mobilità sostenibile , ma distruttiva della qualità di vita dei cittadini, che produce desertificazione del commercio, fuga dei residenti, degrado e insicurezza. Inoltre, questa è una città con 27 perme ssi per l’accesso al centro. Cominciamo allora a ragionare seriamente, assieme alle associazioni di categoria, ai commercianti alle imprese ad un progetto per una logistica commerciale a basso impatto ambientale, al servizio dei negozianti in modo da evita re l’ingresso quotidiano di mezzi inquinati”.
Enrico Ottolini
Europa Verde-Possibile
“Sul commercio cominciamo col dire che la sofferenza è dovuta al proliferare delle medie e grandi superfici di vendita in ogni angolo della città, moltiplicate senza criterio da forze politiche che oggi si ripresentano alle elezioni, come Civiltà Parmigiana, senza che nessuno poi vi abbia posto un freno. Anche l’Amministrazione Pizzarotti ha da poco approvato un nuovo grande supermercato nel quartiere San Domenico, dove proprio non se ne avvertiva il bisogno. E, dunque, è inevitabile che il commercio in centro, che deve fare i conti con negozi di dimensione ridotta, soffra. Su tutto questo inciderà sempre più l’e-commerce. Quindi è inutile pensare a crociate a favore del traffico di auto private in centro, come se fosse la panacea per il commercio. Per il futuro i parmigiani devono interrogarsi sul tasso di motorizzazione.
Oggi è del 61%, ossia 61 auto ogni 100 persone. Ha senso tutto ciò, sapendo che lo scenario è quello della riduzione del 55% delle emissioni di gas serra in atmosfera? Noi crediamo che la risposta sia in una rivisitazione del trasporto pubblico, con orari e frequenze diverse, e in un deciso incremento delle piste ciclabili, sicure, diritte, capillari. E, quindi, un’inevitabile limitazione al traffico privato, aiutando peraltro i cittadini a preferire l’auto elettrica condivisa. Le esperienze in tal senso ci sono già, vanno estese e incentivate. Il centro storico e l’Oltretorrente rimarranno accessibili, non preoccupatevi. Anzi lo saranno di più, perché il trasporto collettivo è quello che garantisce il maggior flusso di persone”.
Roberta Roberti
Parma città pubblica
“Il commercio di vicinato è una ricchezza fondamentale della nostra città: già prima della pandemia la crisi aveva profondamente minato questo settore produttivo che non solo significa lavoro per migliaia di addetti, ma riveste un ruolo centrale per i servizi e la sicurezza prima di tutto del centro storico, ma in generale dei quartieri e delle frazioni. Per quanto mi riguarda, proporrei in accordo con le associazioni di categoria sperimentazioni graduali di nuove pedonalizzazioni e zone 30, dopo aver ripensato totalmente la mobilità pubblica, specie di accesso al centro città. Le idee per una mobilità sostenibile, oltre a ciclabili in continuità e sicurezza, sono: parcheggi scambiatori con sharing, depositi di bici o scooter elettrici sorvegliati, mezzi più frequenti e di piccole dimensioni verso il centro storico (con servio on demand per persone con mobilità limitata), il cui utilizzo sia gratuito per chi lascia l’auto fuori dalla cerchia delle tangenziali.
Sono poi contraria all’idea di una nuova ztl allargata promossa dall’amministrazione: queste scelte demagogiche penalizzano solo le persone che non possono cambiare l’auto. Meglio un sistema come quello sperimentato in Piemonte e Lombardia: piccole scatole nere da applicare sull’auto, che consentono un bonus di chilometraggio entro la ztl, permettendo a chi usa poco l’auto per le strette necessità di poter continuare a circolare con il proprio mezzo”.
Pietro Vignali
Forza Italia – Lega – lista civica
“La cosiddetta area verde è un atto di guerra del Comune nei confronti di negozianti e di tutti quei cittadini che non si possono permettere di comprare un auto nuova quando lo decide il sindaco. È necessario un piano di accessibilità per il Centro che deve partire da un nuovo piano parcheggi in particolare nella zona a Sud del Centro storico e immediatamente a Ovest dell’Oltretorrente. Inoltre bisogna garantire l’accessibilità al Centro, ripristinando le navette veloci ed efficienti per sostituire gli autobus di linea lenti e ingombranti come oggi. Due nuovi scambiatori in via San Lonardo e via della Villetta. Il trasporto pubblico va potenziato aumentando la frequenza dei collegamenti a raggiera dai quartieri al Centro della città con l’introduzione di minibus elettrici per i borghi del centro, seguendo l’esempio della linea 15 istituita più di 10 anni fa”.
Gaetano Vilnò
Noi siamo davvero
“Su questo fronte è stata portata avanti finora e quindi realizzata una politica a dir poco fallimentare. L’accesso al centro va rivisto in accordo con i commercianti e i residenti. L’orientamento è quello di una apertura ‘intelligente’ del centro città”.
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