«Ci sono bonus utili e bonus meno utili: non si deve commettere l’errore di fare di tutta l’erba un fascio, ma valutare gli impatti e puntare su quelli che funzionano». Roberto Iraci Sareri, Presidente di Confartigianato Imprese Verona, interviene con i numeri dell’Ufficio Studi di Confartigianato, per commentare un’analisi che mette in fila la quarantina di bonus ancora attivi, introdotti in buona parte dagli ultimi due esecutivi, per fronteggiare gli effetti economici negativi provocati dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina.
«L’emergenza pandemica prima e il conflitto Russo-Ucraino poi – continua Iraci Sareri – hanno sconvolto la società e l’economia. Due crisi epocali a cui il nostro Paese ha risposto introducendo, tra le altre misure, una serie di bonus – dall’energia all’edilizia -, che stanno contribuendo da un lato ad aiutare imprese e famiglie da eventi straordinari, e per questo si spera anche temporanei, ma anche a generare lavoro e ricchezza. Lo abbiamo sempre detto: la politica dei bonus a pioggia e delle ‘mancette’ per tutti non ci ha mai convinto, ma la questione va affrontata con raziocinio e valutazioni precise, perché ci sono bonus che servono e altri discutibili».
In particolare, il sistema dei bonus edilizi, su ristrutturazioni, facciate, sismabonus, superbonus, ecc., secondo l’Ufficio Studi confederale, sta avendo un impatto straordinario. Non è un caso che sia proprio il settore delle costruzioni ad aver trainato la ripresa post-pandemia, registrando nel 2021 un aumento del valore aggiunto del 13,6% rispetto ai livelli del 2019 (+0,4% la manifattura e – 4,4% i servizi) e mantiene un andamento positivo anche nella prima parte di quest’anno: nei primi due mesi del 2022 la produzione delle costruzioni registra in Italia un aumento del 18,8% su base annua, più intenso del +7,0% dell’Eurozona.
Il settore ha contribuito anche al recupero del mercato del lavoro: nel 2021 gli occupati superano dell’8,4% il livello del 2019 (+111 mila unità in più) mentre il totale dell’economia è in flessione del 2,4% (-555 mila unità in meno); si tratta dell’unico aumento rilevato tra i macrosettori, visto che il Manifatturiero esteso (comprensivo di estrattivi e public utilities) scende dell’1,7% ed il Servizi segnano un calo del 3,7%. La controprova sta nella stima sull’impatto che avrà la novità sulle attestazioni SOA.
Riportando nell’incertezza cittadini e imprese, nell’ipotesi che a seguito del blocco del mercato, nella restante parte dell’anno, il trend degli investimenti in costruzioni si allineasse, al ribasso, al +2,6% previsto per la media dell’Eurozona, si determinerebbe un effetto recessivo di 7,1 miliardi di euro di minori investimenti, che penalizzerebbe ulteriormente la fragile crescita del PIL del 2022.
«Per quanto riguarda poi la spesa per lo Stato – aggiunge Roberto Boschetto, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto – è limitante fermarsi agli impegni a bilancio. Il recente Osservatorio sul 110% realizzato da Ener2Crowd e GreenVestingForum, che monitora sia gli impatti economici sia ambientali, stima, solo per il primo anno, 1 miliardo di euro di benefici economici diretti per le famiglie, senza considerare i 3,6 terawattora annui di consumi energetici, elettrici e termici, in meno, e le 1,5 milioni di tonnellate di CO2 non immesse in atmosfera ogni anno. L’intera misura, del valore di circa 30 miliardi di euro, si stima permetterà di riqualificare circa 38,7 milioni di metri quadri residenziali, a favore di circa 331 mila famiglie, con un risparmio a nucleo di 1.755 euro all’anno».
«Crediamo – concludono Boschetto e Iraci Sareri – che anche per quanto riguarda i bonus per il caro bollette. dedicati a imprese e famiglie, nessuno abbia nulla da ridire. La situazione è drammatica e sarebbe un grave errore far chiudere intere filiere senza provare ‘qualsiasi provvedimento sia in nostro potere costi quel che costi’, come suole affermare il Presidente del Consiglio Mario Draghi. Noi imprenditori sapremo ripagare gli sforzi in termini di benessere, ricchezza e lavoro».
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