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Confartigianato scrive al Prefetto su bonus edilizi e riqualificazione energetica – L’Amico del Popolo

Il comparto delle costruzioni è in subbuglio per le ultime novità in materia di bonus edilizi. E Confartigianato Belluno da tempo tiene alta l’attenzione, in particolare sugli ultimi cambiamenti introdotti dall’articolo 28 del Decreto Sostegni ter. La questione ruota attorno alla cessione del credito, dato che il testo così com’è oggi prevede che il credito di imposta corrispondente a Superbonus, bonus ristrutturazioni, ecobonus, sismabonus e bonus facciate possa essere ceduto una sola volta, creando un effetto domino rispetto alle regole precedentemente approvate.

Di fronte alle difficoltà registrate dalle imprese, Confartigianato Belluno ha scritto al prefetto Mariano Savastano, per esprimere la forte preoccupazione dell’artigianato e per proporre alcune osservazioni nel merito. Insieme alla lettera è stata predisposta anche una locandina con «I dieci motivi per correggere l’articolo 28 del Decreto».

«La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto-legge “Sostegni ter” ha introdotto una forte restrizione al sistema delle cessioni del credito nelle operazioni legate alle agevolazioni di riqualificazione energetica ed edilizia degli immobili. Come era facilmente immaginabile e come avevamo pubblicamente denunciato, il provvedimento ha avuto un impatto fortemente negativo nei confronti delle imprese», la premessa della missiva inviata alla Prefettura. «Quotidianamente raccogliamo il disagio di chi già si trova ad affrontare le gravi ripercussioni connesse all’aumento dei prezzi delle materie e al difficile approvvigionamento delle stesse e ora è ulteriormente colpito e disorientato dall’ennesima norma che cambia, in corsa, le regole del gioco».

Confartigianato Belluno segnala che la situazione risulta particolarmente pesante per quelle imprese che hanno garantito ai cittadini di poter fruire delle agevolazioni, attraverso lo sconto in fattura o l’acquisizione del credito direttamente dal consumatore, e che ora si trovano con la difficoltà, se non l’impossibilità, di cedere a loro volta il credito, con negative ripercussioni sui flussi di cassa, sulla programmazione dell’attività aziendale e sulla tenuta occupazionale.

«Senza minimamente sminuire la portata delle frodi su cui, stando alle notizie di stampa, diverse Procure stanno indagando, vogliamo evidenziare gli effetti perversi che tali norme hanno, non soltanto perché, in prima battuta, provocano un blocco nell’operatività di tante imprese oneste e responsabili, ma anche per le negative ripercussioni che producono su cittadini e consumatori che hanno fatto affidamento sulla possibilità di utilizzare l’agevolazione per adeguare i propri immobili ai più elevati standard di efficienza energetica e di sicurezza sismica», sottolinea la lettera al Prefetto. «Blocco di operatività che oltre a non garantire una veloce transizione green che rappresenta uno dei più ambiziosi progetti dell’Unione europea, può comportare un “raffreddamento” della ripresa economica e, conseguentemente, del positivo andamento del Pil anche nell’ambito territoriale bellunese».

Da qui la richiesta al Prefetto di trasmettere agli organi centrali il forte disagio delle imprese, «affinché, una volta per tutte, venga stabilizzato in modo chiaro il quadro normativo di riferimento, nell’interesse dei cittadini e degli operatori economici. È auspicabile che le norme in questione vengano rapidamente riviste e modificate per consentire la piena ripresa delle attività, ora di fatto sospese per l’incertezza che ne è scaturita. Le norme, pur mantenendo adeguati presìdi di controllo sulla “bontà” dei soggetti che operano nell’ambito della cessione dei crediti, devono consentire un numero adeguato di transazioni fra coloro che partecipano alla filiera dell’intervento e, in ogni caso, ammettere sempre la possibilità di cessioni nei confronti di intermediari finanziari iscritti ai relativi albi».

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