O si elimina la norma
che vieta le cessioni del credito
oltre la prima, oppure si
blocca il circolo virtuoso lanciato dal Superbonus 110%:
stop del rilancio dell’edilizia, nuovo crollo dei posti di lavoro
nel settore (e nella filiera da esso trainata), ristrutturazioni che
contribuiscono alla transizione energetica bloccate.
Questo,
in sintesi, è il contenuto della lettera che il presidente della
Sezione Edili e Costruttori
Impianti di Confindustria
Vicenza, Luigi
Schiavo, ha inviato a tutti
i deputati e senatori vicentini,
chiedendo di modificare in fase di conversione in legge una norma del
decreto Sostegni-ter destinata, altrimenti, a produrre gravissimi
effetti sul mercato dell’edilizia e a frenare l’interesse verso
il Superbonus 110% e le altre agevolazioni vigenti per le
ristrutturazioni.
“Ci
appelliamo ai nostri
parlamentari –
dichiara il presidente Luigi Schiavo – affinché
in fase di conversione in legge del decreto, siano eliminati
gli effetti devastanti
di una norma che, se confermata, vanificherà
del tutto quanto di
importante si sta muovendo nel settore dell’edilizia, grazie ai
vari incentivi e al Superbonus
110%. Per la
dodicesima volta
in appena un anno e mezzo, infatti, il Governo ha modificato
le condizioni e, con
il dl Sostegni-ter, ha deciso di vietare ulteriori cessioni del
credito oltre la prima, sia per il Superbonus che per gli altri bonus
edilizi. Una decisione illogica, incomprensibile, che addirittura
pretende di avere
effetto sulle situazionipregresse,
con effetti devastanti sui rapporti in essere tra imprese e banche, e
tra imprese e proprietari di edifici o condomini committenti dei
lavori”.
Il
fine del decreto, che dovrebbe essere quello di frenare abusi e
soprusi, va invece a creare un effetto collaterale peggiore di ciò
che si voleva contrastare: “La
norma, di fatto, mette una stretta alla cessione del credito e allo
sconto in fattura, facendo venir meno il mercato secondario del
credito – aggiunge
Schiavo -. Purtroppo, è fin
troppo facile prevederlo, questo comporterà il blocco
totale del mercato
legato ai bonus edilizi che hanno avuto un ruolo trainante nella
crescita del PIL italiano fino al 6%”.
Non
solo: i crediti che alla data del 7 febbraio 2022 sono stati oggetto
di un precedente sconto in fattura, potranno essere ulteriormente
ceduti una sola volta.
“Il
Parlamento deve intervenire per modificare questa scelta del Governo
– conclude Luigi Schiavo -, al
fine di evitare il caos dell’intero comparto che sarà generato da
contenziosi di cui le imprese edili saranno incolpevoli e vittime. La
soluzione non può che transitare per l’abrogazione
della disposizione in esame o quantomeno nell’introduzione di una
disciplina transitoria meglio concepita
rispetto a quella, assai restrittiva, prevista nella versione della
disposizione attualmente in vigore, applicando le nuove regole ai
soli contratti stipulati dal
1° gennaio 2023”.
Source: tviweb.it
Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.