I fondi sono finiti, ma non gettare via la fattura. Lo dice il Ministro Costa che ha assicurato che ci sarà un rifinanziamento del bonus mobilità, andato letteralmente a ruba in poche ore. Ma si può anche presentare ricorso contro Poste.
Sistemi in tilt, code di centinaia di migliaia di persone. Ieri, 3 novembre, è stata la giornata del Bonus Mobilità, atteso da mesi ma quanto si ipotizzava purtroppo è successo. E’ stato un sofferto click day che ha portato all’esclusione di tantissime richieste.
Da ieri, chi aveva acquistato una bici, un monopattino o un altro dei mezzi compresi nel bonus si è messo pazientemente in fila per richiedere il bonus ma purtroppo non tutti sono riusciti a ottenerlo. Sono bastate meno di 24 ore per portare all’esaurimento dei fondi stanziati, ben 215 milioni di euro.
Ci ha pensato il Ministro dell’ambiente Costa a rassicurare gli esclusi, annunciando nuovi fondi:
“A tutti dico: collegatevi con calma, anche i prossimi giorni. Abbiamo risorse a sufficienza per tutti. Non serve fare corse: appostiamo anche ulteriori risorse”.
Che fare dunque? In attesa che il bonus possa essere rifinanziato e richiesto due sono le possibilità.
Conservare la ricevuta
Non gettate via la fattura, ma aspettate. La speranza, stando agli annunci, è che si possa ancora richiedere il bonus anche nei prossimi giorni. Non si conoscono ancora i tempi ma ci sarà un nuovo click day.
Questo il messaggio che appare nella schermata a chi prova a richiedere il bonus:
La dotazione di risorse del «Programma sperimentale buono mobilità» per l’anno 2020, pari a euro 215 milioni di euro, somma sino alla cui concorrenza la Legge riconosce il diritto al beneficio, è terminata nell’erogazione dei rimborsi e nella prenotazione dei buoni. Il Ministero dell’Ambiente considera strategiche le politiche di incentivo alla mobilità sostenibile ed in particolare alla mobilità dolce che consente di soddisfare le esigenze di mobilità in ambito urbano con minimi o nulli impatti ambientali. Per tali motivi il Ministero dell’Ambiente è impegnato nel reperire ulteriori risorse da appostare per l’annualità 2020 del Programma sperimentale buono mobilità. Pertanto, quanti abbiano effettuato acquisti di beni e servizi incentivati dal Programma tra il 4 maggio 2020 e il 2 novembre 2020 e non abbiano ottenuto il rimborso per mancanza di risorse, sono invitati a conservare i relativi documenti contabili.
Fare ricorso contro Poste
Ieri gli utenti che avevano lo Spid di Poste hanno avuto grandi difficoltà a richiedere il bonus. Dopo attese interminabili infatti, il sistema non permetteva loro di portare a termine la procedura. Diversa invece la situazione degli utenti che avevano un’identità digitale con altri provider, che sono invece riusciti a ottenere il bonus.
A questo punto, gli utenti con Spid di PosteID possono presentare ricorso, come ha precisato l’Aduc, chiedendo il risarcimento del danno se non riusciranno ad ottenere il buono o il rimborso.
Prima di tutto occorre inviare a Poste Italiane una messa in mora per raccomandata a/r o PEC. Poste avrà 30 giorni di tempo per rispondere. Se non lo farà, si potrà adire il Giudice di pace della propria città, anche senza avvocato, per ottenere il risarcimento del danno pari al rimborso o buono perduto:
“E’ possibile agire in giudizio presso il giudice di pace competente per il luogo di residenza del consumatore. Si può fare causa anche senza avvocato per importi inferiori a 1.100 euro attraverso una citazione orale (art. 316 del codice di procedura civile): si espongono oralmente i fatti e le proprie richieste, consegnando tutta la documentazione rilevante a dimostrare la propria versione dei fatti al giudice di pace, il quale provvederà a redigere l’atto di citazione” spiega Aduc che invita a contattare l’ufficio del giudice per prendere un appuntamento o chiedere quando è possibile fare tale citazione orale.
Qui il nostro approfondimento per fare ricorso:
Fonti di riferimento: Buonomobilità, Aduc, Facebook/Sergio Costa
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