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Cosa prevede il piano casa? – La Legge per Tutti

Uno strumento per il rilancio dell’edilizia attraverso bonus volumetrici per l’ampliamento e la demolizione e ricostruzione degli edifici.

Nel campo dell’edilizia, lo Stato, d’accordo con le Regioni, ha approvato una serie di disposizioni mirate a incentivare gli investimenti privati per migliorare o completare le abitazioni esistenti. In tal modo, si è cercato di venire incontro alle esigenze abitative delle famiglie italiane, promuovendo una serie di interventi dai costi più contenuti rispetto all’acquisto di una nuova casa. In tale contesto si inserisce il Piano casa, una disposizione transitoria nata nel 2008 [1] dall’intesa tra Stato e Regioni, con lo specifico scopo di rilanciare l’attività edilizia e di ottimizzare il patrimonio edilizio già esistente dal punto di vista delle prestazioni energetiche, della qualità architettonica e dell’eliminazione delle barriere architettoniche. Cosa prevede il Piano casa?

L’accordo prevede che i cittadini possono usufruire, in deroga agli strumenti vigenti, di un bonus volumetrico, in genere fino al 20% per gli ampliamenti e fino al 50% in caso di demolizione e ricostruzione, che può essere incrementato in caso di interventi di miglioramento degli edifici esistenti (vedi un adeguamento sismico oppure migliorie relative all’efficientamento energetico). Per saperne di più, prosegui nella lettura del seguente articolo.

Piano casa: durata

Il Piano casa ha una precisa caratterizzazione regionale, infatti, ogni Regione ne ha uno proprio, così da agevolare le fasce di utenza realmente coinvolte e potenzialmente interessate a interventi edili piuttosto consistenti.

In origine, l’accordo avrebbe dovuto avere una durata di un anno e mezzo. Successivamente, diverse Regioni hanno deciso di prorogarlo; in particolare, si tratta di:

  • Abruzzo (proroga al 31 dicembre 2022);
  • Campania (proroga al 31 dicembre 2021);
  • Calabria (proroga al 31 dicembre 2022);
  • Marche (proroga al 31 dicembre 2022);
  • Molise (proroga al 31 dicembre 2022);
  • Puglia (proroga al 31 dicembre 2021);
  • Sicilia (proroga al 31 dicembre 2023);
  • Toscana (proroga fino al 31 dicembre 2022);
  • Sardegna (proroga fino al 31 dicembre 2023).

In altre Regioni, l’accordo è diventato permanente: è il caso della Basilicata, del Friuli Venezia Giulia, del Lazio, della Liguria, del Piemonte, della Provincia autonoma di Bolzano, dell’Umbria, della Valle d’Aosta e del Veneto.

L’Emilia Romagna e la Lombardia ormai da anni non rinnovano il Piano Casa; tuttavia, sono previste delle leggi urbanistiche che regolano gli ampliamenti e il recupero edilizio, ad esempio dei sottotetti.

Infine, nella Provincia autonoma di Trento, il Piano casa non è stato mai recepito.

Cosa è possibile fare con il Piano casa?

In sostanza, con il Piano casa è possibile:

  1. ampliare e sopraelevare fabbricati, riqualificandoli;
  2. recuperare ad uso residenziale altre volumetrie, ad esempio rustici annessi o sottotetti;
  3. demolire e ricostruire con bonus volumetrico.

In origine, nel Piano casa, erano compresi anche gli incentivi per la ristrutturazione edilizia che, in parte, sono andati a convergere in sgravi fiscali paralleli, con norme che li regolano a seconda che si intervenga su un efficientamento energetico, un consolidamento sismico, fino ad arrivare al bonus mobili e a incentivi per le giovani coppie.

Piano casa: come si calcola l’ampliamento del volume?

Se si intende accedere al Piano casa per effettuare un ampliamento del volume di un’abitazione, innanzitutto bisogna procurarsi una planimetria aggiornata dell’immobile. In tal modo, si avrà un’idea precisa del volume che sarà possibile costruire usufruendo del bonus. È ovvio che, detto ampliamento, dovrà attenersi alle direttive statali, rispettando i parametri edilizi fissati a livello nazionale e comunale.

Per calcolare l’ampliamento di volume consentito, occorrerà partire dal volume lordo esistente della casa, facendo la somma delle superfici sottosuolo e fuori suolo delimitate dal perimetro esterno.

Ad esempio, se il volume esistente della casa è di 300 metri cubi ed è possibile realizzare un ampliamento fino al 20%, il calcolo da fare è 20% di 300 metri cubi = 60 metri cubi. Posto che si potrà ampliare la casa edificando 60 metri cubi, il volume definitivo sarà di 360 metri cubi.

Una volta determinati i parametri volumetrici e la destinazione d’uso della nuova edificazione, sarà possibile preparare il progetto da depositare presso gli uffici competenti (ad esempio, Comune e Regione).

Quali sono i titoli abilitativi necessari per il Piano casa?

A livello burocratico, per la realizzazione dei lavori relativi al Piano casa è necessario presentare la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) o il permesso di costruire in relazione al tipo di intervento da eseguire.

L’efficacia del titolo abilitativo è subordinata alla valutazione della sicurezza dell’intero stabile. Per tale motivo, prima dell’intervento, bisogna procurarsi il fascicolo del fabbricato, che deve contenere:

  • gli esiti della valutazione di sicurezza;
  • il certificato di collaudo;
  • gli aggiornamenti delle informazioni progettuali, strutturali, degli impianti e geologiche.

Tra gli elaborati necessari per il rilascio del titolo abilitativo è ricompreso anche il Protocollo Itaca, uno strumento di valutazione del livello di sostenibilità energetica ed ambientale degli edifici. In particolare, il Protocollo Itaca permette di accertare le prestazioni di un edificio per quanto attiene i consumi, l’efficienza energetica, l’impatto ambientale e sulla salute dell’uomo.

Lo scopo è quello di consentire la realizzazione di edifici sempre più moderni, a energia zero e con consumi ridotti. Inoltre, i materiali impiegati, prodotti con bassi consumi energetici, devono essere in grado di garantire un elevato livello di confort.


note

[1] D.Lgs. n. 112/2008, operativo dal 1° aprile 2009.

Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.

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