Davide Tabarelli, presidente Nomisma Energia ha evidenziato in apertura, come il PNRR si possa definire come un contratto fra Europa e singoli paesi. In cambio però, l’Italia deve fare le riforme, prima possibile. Una delle sfide importanti è legata proprio alla mobilità sostenibile.
Vera Fiorani, amministratrice delegata e direttrice generale Rete Ferroviaria Italiana in videoconferenza, ha ribadito che: “Il PNRR è prima di tutto una scelta strategica europea e dell’Italia, che punta sulla mobilità sostenibile, per garantire flussi di persone e di merci. Il PNRR in questa strategia, ci chiede di potenziare le infrastrutture. Sono ben 24 i miliardi da spendere entro il 2026, concentrati su progetti che miglioreranno la mobilità in luoghi non ancora collegati con la rete. Ma intendiamo soprattutto estendere i sistemi di sicurezza su tutte le nostre linee. Proprio recentemente a Berlino – sottolinea Fiorani – abbiamo ricevuto due premi relativi alle nostre politiche sulla sostenibilità, che dovrà diventare priorità nel nostro modo di operare. Anche gli Stati uniti – conferma -, ci invidiano i nostri sistemi ad alta velocità, per la nostra innovativa tecnologia di ‘segnalamento’. Ma Ci occupiamo però anche di energia. Abbiamo in atto un progetto sperimentale per alimentare una linea ad idrogeno. Ci stiamo lavorando, ma per noi è una soluzione sostitutiva importante rispetto all’elettrificazione”.
Il professor Luigi Paganetto (Università di Roma Tor Vergata), ha sottolineato: “Oggi viviamo nell’emergenza delle energie. Ci dobbiamo chiedere in che misura possiamo affrontare la sfida della transizione? L’Italia è rimasta indietro in particolare in tema di innovazione ma anche in campo tecnologico. Nel momento in cui siamo travolti dall’emergenza energetica, riusciremo a fare quello che serve per rilanciare la nostra economia? Non è solo un problema di pil ma anche di produttività. Siamo circondati da emergenze in campo tecnologico. Le sanzioni alla Russia lo dimostrano. Dobbiamo modernizzare infrastrutture, scuola, sistema complessivo del modo di essere dei nostri procedimenti, quindi le riforme sono urgenti. Il piano, non può essere un piano di mera spesa. In merito al nucleare, si deve affrontare seriamente come sistema e non come realizzazione di una semplice centrale”, ha concluso Paganetto.
Particolarmente coinvolgente l’intervento di Franco Bernabè, presidente Acciaierie d’Italia (ex Eni e Telecom) al quale è stato chiesto dove spendere per avere redditi immediati? “Per capire dove spendere questi soldi – ha ribadito Bernabè – dobbiamo capire come è stato concepito il PNRR. Gli obiettivi fissati al 2030 come se fossero raggiungibili facilmente, è uno dei primi problemi. Realizzare progetti completi richiede fatica e complessità enormi, anche in contesti come l’energia fossile. La definizione di tempi e costi comporta notevoli errori. Nel realizzare progetti complessi su energia e tecnologia, spesso i tempi sono più lunghi del previsto. Nel PNRR ci sono obiettivi sorprendenti come quello dell’idrogeno, che rappresenta il punto centrale della transizione energetica. Ma credo che avrà spazio nel 2050, non credo prima. Tutto il contesto del PNRR prevede molti obiettivi ambiziosi ma quasi irreali nelle tempistiche”.
Sollecitato dal pubblico presente in sala, Bernabè si è poi soffermato sul problema del gas e sulla dipendenza dalla Russia. “Il costo del gas – ha detto – è quintuplicato. La Russia ha guadagnato cifre immense nei sei mesi precedenti la guerra in Ucraina. Ma se la Russia smette di fornirci gas, abbiamo un problema colossale. Fortunatamente l’Italia è stata quella che si è mossa più di altri per cercare alternative. Ma ad oggi il gas russo è insostituibile. Solo nel medio lungo periodo si potrebbe eliminare questa dipendenza, creando nuove infrastrutture che richiedono tempi molto lunghi. Il Mediterraneo è pieno di gas – ha ricordato Bernabè -, ci sono alcuni importanti progetti fermi in italia da anni. C’è gas in Calabria, ma anche in Sicilia e nell’Adriatico. Mancano però le infrastrutture per poterlo sfruttare. Una dipendenza dal gas russo che dura più di 40 anni, non si può risolvere in 3 anni. Anche sulle fonti rinnovabili, dobbiamo fare molta attenzione, hanno problemi di impatto ambientale come le fonti fossili. Non si può riempire l’Italia di pannelli solari e campi eolici. Un’altra strada da percorrere è quella dei biocarburanti, che permetterebbero ai motori tradizionali di poter funzionare ancora per molto tempo, senza inquinare”.
E’ toccato a Maria Cecilia Guerra, sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze entrare nel merito delle politiche del Governo, legate al PNRR.“I temi principali sono due: la situazione di crisi energetica legata alla guerra e l’altro l’aumento dei prezzi delle materie prime, soprattutto nell’edilizia. Il paese è concentrato nel cercare soluzioni alla dipendenza dalla Russia. Stiamo valutando la differenziazione delle fonti e il futuro superamento. La transizione ecologica è tra le priorità del Governo e il PNRR ci permette di accelerare il passaggio ad altri fonti quali eolico fotovoltaico o altre. Nello stesso tempo, c’è la necessità di trovare fonti alternative al gas russo.
La riduzione del costo della benzina è stato un ottimo intervento del Governo, così come i bonus per sostenere le famiglie. Quello che accadrà sui prezzi non è ancora chiaro. Dobbiamo gestire l’operazione PNRR in un contesto in continua evoluzione. Sono certa però che la sfida con l’Europa proseguirà anche dopo il 2023, perchè se non si raggiungeranno gli obiettivi, i fondi non arriveranno e il fallimento sarebbe grave. E’ un impegno che qualsiasi Governo dovrà prendersi”.
Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.
I commenti su questo articolo non dovranno contenere quesiti di natura tecnica.