2′ di lettura
saper cogliere le opportunità che arriveranno con il Pnrr, continuare a sostenere l’economia locale affiancando famiglie e imprese, continuare sulla strada tracciata degli interventi a a valere sul Superbonus. È su queste linee strategiche che si muove Banca Don Rizzo, banca di credito cooperativo con sede principale ad Alcamo (Trapani) e 19 filiali distribuite tra le province di Trapani, Palermo e Agrigento che danno lavoro a 111 persone.
Recentemente l’assemblea dei soci oltre ad aver approvato il bilancio di un difficile 2020 a causa della pandemia da coronavirus ha rinnovato alla presidenza Sergio Amenta, al suo terzo mandato mentre nel consiglio di amministrazione sono stati confermati Andrea Aiello, Saverio Camilleri, Isabella catalano e Nicola Colabella cui si aggiungono le due new entry Vincenzo De Luca e Erasmo Vittorio Troia.
Loading…
È il presidente dell’istituto di credito a delineare quali saranno le sfide per le banche e in particolare per un istituto molto legato al territorio come Banca Don Rizzo. «Nel prossimo futuro il Paese riceverà 200 miliardi dalla Comunità Europea: si tratta di una opportunità irripetibile che richiede capacità progettuale ed efficienza realizzativa, decisive per il destino delle prossime generazioni – dice Amenta – . Il ricorso inevitabile ad ulteriore debito pubblico, dovrà essere come non mai produttivo, per non diventare una zavorra insostenibile per la ripresa economica e sociale dell’intero paese. Tutte le energie dovranno essere impegnate in questo cantiere, la Banca Don Rizzo ci sarà». Intanto vediamo i dati sul 2020. Il bilancio, si legge in una nota della Banca, ha evidenziato un ulteriore rafforzamento patrimoniale che ha consentito di supportare la clientela nel momento peggiore della pandemia: 2.000 gli interventi attivati per un totale di 103 milioni tra moratorie, rimodulazioni ed erogazioni di nuova finanza con un crescita di 40 milioni (il 13,3%) di prestiti alla clientela cui corrisponde un incremento del 14,5% dei depositi della clientela.
«La capacità di intervenire, mantenendo il necessario accesso al credito alla clientela, ha consentito di evitare molti default, contenendo l’Npe/Ratio (rapporto tra crediti deteriorati netti e impieghi netti) al 2,13% (era 2,92% nel 2019), anche grazie alla politica di accantonamenti – spiegano dalla Banca –. Il positivo andamento della gestione trova conferma nell’entità dei fondi propri di vigilanza che ammontano a 54,4 milioni di euro (52,1 milioni di euro al 31 dicembre 2019)».
Una situazione, spiega il direttore Antonio Pennisi, che consente alla banca di continuare nel suo impegno a sostegno dell’economia locale: «In una congiuntura drammatica come mai dal secondo dopoguerra, la banca ha risposto alle aspettative ed alle esigenze della comunità – dice Pennisi – ampliando l’operatività senza perdere di vista, nonostante l’ingresso nel più ampio contesto operativo del Gruppo Iccrea, il legame con la comunità. Non è un caso che il primo cantiere attivato a Palermo, con il cosiddetto Superbonus, abbia visto protagonista la banca insieme a Unicredit. Inoltre, il 5% dei progetti Resto al Sud approvati e finanziati in Sicilia (circa 850), sono istruiti dalla nostra Banca. Dal 2018, anno di avvio della misura, Banca Don Rizzo ha sostenuto oltre 40 progetti erogando finanziamenti in loro favore per oltre 1,7 milioni di euro».
Source: ilsole24ore.com
Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.