È giunta in redazione una nuova lettera, questa volta a firma
del Presidente ANCE Centro Nord Sardegna, Silvio
Alciator, sull’attuale situazione Superbonus 110%
e sui possibili effetti, nemmeno tanto a lungo termine, causati
dalle modifiche normative apportate dal Goveno e dalla mancata
presentazione di soluzioni incisive all’impasse che il sistema sta
scontando, con la saturazione del mercato dei
crediti e il conseguente blocco delle
cessioni.
Un intervento a tratti duri, che il Presidente ha intitolato
“Superbonus 110%: far fallire le imprese oneste per punire i
delinquenti”, stigmatizzando la morsa in cui gli imprenditori si
ritrovano, senza che si veda una luce in fondo al tunnel. Un
contributo non solo critico, ma anche costruttivo, con la proposta
di alcune possibili soluzioni che, ribadisce Alciator, ANCE ha più
volte indicato al Governo, senza mai ricevere risposta.
Crisi Superbonus, l’intervento di ANCE Sardegna
“In qualità di Presidente di ANCE Centro Nord Sardegna, mi
trovo tutti i giorni ad ascoltare ed analizzare le problematiche
generate dalla misura del Superbonus 110%. Problematiche che, se
non risolte, determineranno il fallimento di decine di migliaia di
aziende oneste.
Vi chiedo, vista la vostra sensibilità ed attenzione ai
problemi del nostro Paese, di voler prendere in considerazione
questo tema dal nostro punto di vista, in maniera da spiegare bene
al Governo e ai cittadini quali sono e saranno gli effetti delle
azioni e delle scelte fatte e che il Parlamento si appresta a fare,
al fine di impedire il fallimento di migliaia di imprese oneste e
di conseguenza il licenziamento di centinaia di migliaia di
operai.
Premesso che quasi tutti gli intervistati in TV, anche tra i
parlamentari, ad oggi non hanno mai spiegato chiaramente le
dinamiche e gli errori che la normativa ha prodotto a danno delle
imprese – da sempre anima dell’economia del Paese e che
meritano di essere tutelate – ma si sono sempre
semplicemente soffermati a parlare delle truffe, peraltro dovute
a profondi buchi normativi.
Come ANCE Nazionale abbiamo segnalato le
distorsioni e le falle della legge, senza mai veder accolte le
nostre segnalazioni. Abbiamo molto da dire in merito a tali errori,
che si potrebbero ancora correggere. Ne segnalo alcuni
clamorosi:
- se preventivamente ci fosse stato l’obbligo della
prenotazione dei fondi tramite l’Agenzia delle Entrate con
allegato il computo dei lavori, lo Stato avrebbe conosciuto e
riservato i fondi sui singoli interventi, senza scoprirlo a
posteriori come accade oggi; inoltre, si sarebbe accorto in
anticipo della prenotazione di ingenti somme a carico di singole
partite iva, che avrebbero potuto dar corso ad accertamenti in via
preventiva, senza veder svuotare le casse dello stato con truffe
miliardarie; - se ci fosse stato da subito, l’obbligo di poter eseguire i
lavori, solo da parte di aziende Qualificate SOA
(quindi dotate dei requisiti tecnici, economici finanziari e di
macchinari e attrezzature per eseguire i lavori), e si fosse posto
come limite di esecuzione dei lavori, il massimale ad azienda,
riferibile al triplo di quanto fatturato nell’esercizio precedente,
non ci sarebbero imprese con contratti per centinaia di commesse,
senza averne poi la capacità realizzativa; - come per i Lavori Pubblici, se si fosse previsto l’obbligo
per le imprese esecutrici, di essere iscritte nelle “White
list” delle Prefetture, e quindi di poter dimostrare di
non avere infiltrazioni mafiose, si sarebbe impedito a sospetti
mafiosi, camorristi, ‘ndranghetisti etc.. di approfittare di dette
norme per riciclare e ripulire somme illegali; - se solo l’Agenzia delle Entrate avesse utilizzato gli
studi ISA (studi di settore) dai quali si ricava
l’affidabilità fiscale delle imprese, impedendo i lavori a chi
detiene un punteggio inferiore a 6, le aziende poco affidabili e
che non hanno mai pagato imposte non avrebbero avuto vita
facile; - in ultimo, se si fosse dilatato il
tempo di applicazione della norma, sin da subito,
a tutto il 2032 rendendola strutturale, non ci sarebbero stati i
fenomeni speculativi a danno delle imprese, da parte dei fornitori
di ponteggi e di materiali, considerando che l’applicazione dei
prezzi è fissa e determinata dalle norme contenute nella
legge.
Non vanno dimenticati, gli effetti che detta norma hanno
comunque prodotto a vantaggio dello Stato, che si possono
riassumere in benefici:
- gettito immediato dell’IVA su tutto il fatturato prodotto
(ipotizziamo 33 miliardi) contro una ripartizione del credito
fiscale in 4 annualità; - assunzione di operai sino ad esaurimento delle figure
professionali disponibili sul mercato, (oggi non si trovano più
operai disoccupati, tranne chi beneficiato dal reddito di
cittadinanza, evita di accettare il posto di lavoro) con maggior
gettito verso INPS, INAIL e CASSE EDILI, con una media del +
36%; - emersione di molto lavoro nero da parte delle micro e
piccole imprese che oggi sono obbligate ad assumere per poter
gestire i bonus; - ripresa delle attività produttive, i produttori di infissi,
isolanti, gru, sollevatori telescopici e ponteggi, non hanno mai
prodotto e venduto così tanto come in questo periodo, a prezzi
molto remunerativi per loro; - maggior gettito fiscale, derivante dai maggiori fatturati
di professionisti, imprese, produttori e operai.
Non vorrei infine trascurare, né dimenticare, i casi di
tutte quelle imprese oneste, che fidandosi delle norme di legge in
vigore, hanno assunto contratti di appalto e che ad oggi hanno
anche iniziato nuovi cantieri, producendo lavori, acquistando
materiali ed attrezzature, impegnandosi finanziariamente per
eseguire lavori che ancora non risultano censiti sul sito ENEA
perché gli stessi non hanno ancora raggiunto il 30% d’avanzamento e
pertanto risultano in un limbo non censito e non conosciuto. Lavori
che però hanno già coinvolto Tecnici, Professionisti, fornitori e
maestranze e magari hanno già prodotto indebitamento da parte
dell’impresa esecutrice ed esborso di fondi propri.
Mi chiedo come si faccia a dimenticare di analizzare e
valutare tutti questi casi, come si faccia a dare una passata di
spugna e a non considerare gi effetti che le attuali norme
produrranno su imprese e condomini. Mi chiedo se qualcuno in
Parlamento ci abbia pensato, oppure preferisca fare finta di nulla
e veder fallire migliaia di imprese e che sicuramente non potranno
che reagire a una situazione così aberrante.
A breve ci ritroveremo in un Paese con migliaia di
famiglie senza lavoro, condomini che dovranno affrontare cause
legali con le imprese esecutrici e altrettante migliaia di imprese
condannate al fallimento.
E tutto ciò per l’assenza di leggi chiare e prive di buchi
normativi, più volte segnalati da ANCE e mai presi in
considerazione.
Fermo restando che mi fido ancora dello Stato e auspico che
possa ascoltare la nostra voce.
Silvio Alciator
Presidente ANCE Centro Nord
Sardegna
Source: lavoripubblici.it
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