La tassa di Giorgia Meloni sugli extraprofitti delle banche, e i drammatici risvolti che potrebbe comportare, ha scomodato la fantasia delle favole. Due racconti che spiegano motivazioni della scelta e stato attuale dell’esecutivo, citati a più riprese oltreoceano, cuciti addosso ad un governo in ginocchio davanti alle critiche di stampa e opinione finanziaria globale, specialmente dopo i duri contraccolpi nel mercato, con Milano maglia nera tra le borse europee il giorno dopo la discussione del decreto “Asset e Investimenti”.
La principale è “Il Re è nudo”, citata dall’ex funzionario del Tesoro Lorenzo Codogno. Ancora prima che la mossa a sorpresa del governo andasse ad affondare i titoli in borsa, il prelievo del 40% sugli extraprofitti degli istituti è stato rivelatore dell’atteggiamento dell’esecutivo – come sostiene il fondatore di LCC Macro Advisors -. “Una tassa in stile sovietico su target facile per i populisti visto che un attacco contro di loro può solo
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