Gianni Celleghin: «Molti di noi hanno rinunciato alle ferie per il caos Dpcm» Rondelli e Gechele: «Nessun boom di clienti, ma il doppio di pratiche da sbrigare»
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L’emergenza sanitaria ha portato alla costante emanazione di decreti destinati a regolamentare gli aiuti a professionisti ed imprenditori in difficoltà. Indispensabili, per interpretare ed applicare questa legislazione d’emergenza, sono i commercialisti. «Lavoriamo in uno stato di pura emergenza. Non ho visto aumentare i miei clienti; continuo ad assistere quelli che già avevo; l’interrogativo è vedere quanti riusciranno a resistere», dice Gianni Celleghin, uno dei più autorevoli esperti eporediesi in materia contabile.
«Cerco di stare vicino ai miei clienti in questo dramma, ma l’incalzare di cambiamenti e aggiornamenti si è fatto insostenibile».
Il professionista mostra un raccoglitore colmo di documenti. «Questi sono tutti i Dpcm usciti dallo scoppio della pandemia ad ora. Purtroppo la compilazione delle domande per ottenere i contributi non è così semplice, dovendo tener conto di parametri e condizioni specifiche. Nella primavera scorsa ci furono gli aiuti alle persone fisiche con i bonus Inps. Poi fu la volta del finanziamento da 25mila euro che si pensò fosse a fondo perduto e invece non lo era. Arrivò quindi il ristoro a fondo perduto per una diminuzione del fatturato del 33%. Nello scorso agosto, a pochi giorni dal termine per presentare le richieste, una nuova interpretazione portò ad includere fra i beneficiari anche quei comuni colpiti nell’annata da calamità naturali. Alcuni centri del territorio canavesano rientravano fra essi e ciò richiese un’immediata revisione di tutte le domande. Rinunciammo alle ferie per riuscire a rispettare la scadenza. I soldi arrivarono poi a metà novembre».
Celleghin analizza il presente: «Il decreto Sostegni promette moltissimo, tuttavia occorre una precisazione: le percentuali che servono per stabilire l’ammontare del sostegno sono calcolate sulla mensilità e non sull’anno. Ciò comporterà somme molto basse che non si comprende come potrebbero “sostenere” chi soffre ormai da oltre dodici mesi – afferma, e conclude -. Leggo questi decreti soprattutto fra le righe. Traduco il linguaggio burocratico per applicarlo alle situazioni contingenti. Purtroppo se si ottengono i sostegni è normale routine, se non si riescono a prendere è colpa del commercialista».
I commercialisti sono professionisti» e non «fattucchiere», capaci con la magia a trasformare i desideri in realtà.
Seduti dietro alla loro scrivania nello studio Edc Roberta Rondelli e Nicolò Gechele si alternano nel descrivere la situazione.
«Se non per alcuni bonus mobilità o vacanze, le richieste per i ristori non hanno portato nuovi clienti. Assistiamo i nostri, peraltro molto contrariati per l’esiguità delle somme erogate – dice Rondelli – Abbiamo una clientela di piccoli artigiani e commercianti che da sempre ci delegano tutti gli adempimenti contabili. La nostra sensazione è che riusciranno a superare questa drammatica fase, riprendendo a pieno ritmo una volta che si tornerà alla normalità» .
Gechele si esprime sulle norme: «Troppo confuse. Abbiamo ricevuto un decreto al mese nell’ultimo anno e quasi sempre l’ultimo stravolgeva il dettato del precedente. Cerchiamo quindi di calmare e di rassicurare i nostri assistiti» Gli fa eco Rondelli: «Svolgiamo un lavoro di psicologia per riuscire a far fronte all’emotività che si genera» —
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