Sventato il rischio dell’uscita dei 5 Stelle dalla maggioranza, per Mario Draghi le prossime settimane saranno comunque una corsa ad ostacoli. Dal superbonus al decreto interministeraile per un nuovo invio di armi all’Ucraina, sono numerosi i provvedimenti che rischiano di mettere in crisi il rapporto con i partiti che appoggiano il governo, dai grillini di Conte passando per la Lega di Salvini.
Il superbonus
Il primo banco di prova per il governo è senza dubbio il superbonus. Draghi dovrà decidere se cedere alle pressioni del centrodestra e dei 5S o se confermare la decisione di non prorogare lo stanziamento dei fondi per l’eccessivo onore sulle casse dello Stato. Lo stop all’erogazione dei soldi per il superbonus al 110% è certo, ma il premier ha ceduto su alcune richieste dei partiti. Nei giorni scorsi, ad esempio, il governo ha sbloccato la cessione dei crediti d’imposta, che viene estesa a società, professionisti e partite Iva. La norma è la riformulazione di un emendamento di maggioranza al dl Aiuti, che prevedeva la possibilità per le banche di cessione solo ai “clienti professionali”. Con il provvedimento del ministero dell’Economia, invece, ora gli istituti potranno cedere sempre i crediti derivanti da Superbonus e altri bonus edilizi a soggetti che non rientrano tra i consumatori o utenti “retail”, che abbiano un conto corrente presso la stessa banca. Di fatto, si tratta di un tentativo di Draghi di andare incontro alle richieste dei partiti di maggioranza ed evitare ostruzionismo e guerriglia da parte del centrodestra e dei 5S.
Il nuovo invio di armi a Kiev
La lunga estate di Draghi passa anche per il decreto interministeriale che punta a inviare nuove armi all’Ucraina. Un tema delicato ed osteggiato dal Movimento 5 Stelle, che già al Senato nelle scorse settimane aveva messo a rischio la tenuta del governo. E proprio in seguito alla risoluzione votata a Palazzo Madama dopo l’intervento in Aula del premier, ora l’esecutivo dovrà varare un decreto interministeriale che includerà la fornitura di nuovi equipaggiamenti militari a Kiev e veicoli blindati per la fanteria. Un capitolo del decreto sarà dedicato anche all’artiglieria pesante, perché a Zelensky Draghi vorebbe inviare anche cannoni, ma non munizioni (perché le forniture del nostro Paese sono insufficienti). Sul dl, però, pesa la reazione dei 5 Stelle, con Conte che ha più volte bollato come sbagliata la strategia italiana sull’invio di armamenti a Kiev.
Il termovalorizzatore di Roma
Il tema più caldo, per i grillini, è quello relativo alla costruzione di un termovalorizzatore a Roma. L’impianto, che verrà finanziato con i fondi inseriti nel dl Aiuti, è un progetto voluto dal sindaco della Capitale, il pd Roberto Gualtieri, per gestire lo smaltimento dei rifiuti a Roma, da tempo al collasso. Il Movimento 5 Stelle, però, osteggia l’idea e nei giorni scorsi ha presentato nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera un emendamento per bloccarne la costruzione. Il provvedimento, però, è stato bocciato e il 4 luglio il decreto aiuti (contentente appunto la questione del termovalorizzatore e del superbonus) approderà in Aula a Montecitorio. I 5 Stelle dovranno decidere se strappare con il governo e votare contro.
Source: repubblica.it
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