Sono giorni di grandi ristrutturazioni e di grandi pericoli questi: favorita dalla pioggia di ecobonus, l’attività di cantiere è febbrile in tutta Italia. La si nota muovendosi ogni giorno tra ponteggi e deviazioni, ma purtroppo anche negli articoli di cronaca nera, come quello, tragico, del crollo della Gru a Torino, o quello, più vicino a noi, del incidente mortale nel cantiere di Bodio Lomnago.
Abbiamo provato a fare il punto della situazione con Fabrizio Lovato, assessore alla digitalizzazione e Grandi Eventi della prima giunta Galimberti, ma soprattutto presidente nazionale di Federcoordinatori, la federazione dei tecnici e dei coordinatori della sicurezza nei cantieri.
«Mentre succedeva quel che succedeva a Torino, noi stavamo montando una gru a Milano, di fronte alla stazione Centrale. Un lavoro che ha impegnato, solo per la progettazione e l’allestimento, due settimane, e per il montaggio vero e proprio due giorni, per una gru che ha per base una vera e propria fondazione sottoterra. Quella di Torino aveva un basamento a terra che doveva essere ancorata adeguatamente: li è stata semplicemente zavorrata male. Il mio pensiero, su quell’incidente – e fatto salvo naturalmente il lavoro dei magistrati – e che li c’era un mix tra impreparazione e fretta».
Lovato parla a ragion veduta, perchè la figura che rappresenta è parte integrante della sicurezza in cantiere: i coordinatori di cantiere sono infatti figure incaricate dal committente per progettare la sicurezza del sito e tra le loro attività c’è il controllo della documentazione di sicurezza dell’impresa e il controllo che nel cantiere l’impresa si comporti così come indicato dalle norme e dai documenti specifici del cantiere.
«Mandare tre persone in quota non è semplicemente chiamare tre operai – sottolinea infatti – Devo innanzitutto sapere chi sono, poi se sono stati formati, poi se sono stati formati per quello specifico lavoro, poi se gli hanno dato i dispositivi, e infine se i dispositivi li mettono. Se hai fretta o magari piu lavori da presidiare, qualche passaggio finisce inevitabilmente per perdersi».
AGEVOLAZIONI BENEDETTE, MA ANCHE MALEDETTE: LE SITUAZIONI DI RISCHIO A VARESE
«Come per tutte le cose ora c’è un grosso problema che ci portiamo dietro in questo periodo nel settore edile: questa benedetta – e maledetta – montagna di agevolazioni ha creato molte ditte improvvisate e molte persone che hanno fretta di finire i lavori: e questo è micidiale, anche nelle situazioni più quotidiane».
E qui Lovato si sposta ben più vicino, nella stessa città di Varese: «Il nostro centro è pieno di ponteggi, quasi tutti per usufruire del bonus facciate, che è in scadenza. In questi casi, la protezione di un pedone in un ponteggio è l’abc, insieme a quello la protezione di chi ci abita. Se si fa un giro per Varese si trovano situazioni pericolose derivate da scarsa conoscenza o sottovalutazione delle norme: quando si chiude un percorso pedonale con un ponteggio i cantieri usano con grande facilità il cartello “pedoni a destra” o “Pedoni a sinistra”, ma rarissimamente è creato un percorso alternativo sicuro, cosa che è prevista dalle norme: per spostarli a destra in un ponteggio che occupa tutto il marciapiede, per esempio, come minimo vanno tracciate – in collaborazione con i vigili – delle strisce pedonali provvisorie».
Situazioni come queste: «Creano rischi continui, e il problema è legato al decreto sulla sicurezza nei luoghi di lavoro (il DL 81, ndr) ma anche al codice della strada: qualsiasi cantiere che invade un strada è soggetto a tutte le regole della cartellonistica e ora piu che mai sono necessari i controlli su quello che viene posizionato dai cantieri, sia in senso di ponteggi sia della segnaletica di preavviso, specie per i pedoni».
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