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Dalla padella alla piastra: la cottura a induzione conviene – La Repubblica

Induzione sì, induzione no. Funzionerà? Il caffè verrà buono lo stesso? E la pasta? Siamo sempre stati un po’ scettici, noi italiani, riguardo al piano di cottura a induzione. Eppure basta mettere il naso fuori dalla nostra cucina per renderci conto che la tecnologia ad induzione è largamente diffusa in tutti i Paesi del nord Europa e comincia a farsi largo anche in America. Vediamo perché.
 

Iniziamo dagli sprechi: il fornello a gas, nostro storico alleato, non è un campione di efficienza. Questa dipende dal bruciatore, la “corona” forata da cui esce la fiamma. I modelli più performanti raggiungono un’efficienza del 65%, tutti gli altri del 40-45%. Il restante calore si disperde nell’ambiente, e quel gas noi lo paghiamo.
 

Nel piano a induzione invece non c’è quasi spreco di energia. Il suo funzionamento non è legato al calore ma all’elettricità: una bobina, alimentata da energia elettrica, genera un campo magnetico che scalda le pentole a contatto con il piano in vetroceramica: da qui la bassissima dispersione di energia (meno del 10%). Il fornello riconosce la grandezza della pentola, e scalda la porzione di superficie adeguata, non un millimetro in più. Non c’è rischio di scottarsi, quindi – anche perché tecnicamente non è il piano a scottare, ma solo la pentola.
 

Un altro vantaggio? Per far bollire un litro di acqua occorrono solo tre minuti. Data la migliore efficienza energetica, i tempi di cottura si accorciano notevolmente. Le cucine di ultima generazione inoltre presentano diversi programmi di cottura adatti a diversi tipi di pietanze, per regolare ulteriormente la potenza ed il calore. Infine, l’igiene: pulire un piano liscio e uniforme è facilissimo, e le mille asperità della macchina a gas non ci mancheranno affatto.
 

I problemi maggiori sono legati ai costi di acquisto, che al momento si possono ammortizzare con il Bonus mobili. Secondo la legge di Bilancio 2021, infatti, possiamo godere di una detrazione IRPEF fino al 50% su mobili ed elettrodomestici acquistati in fase di ristrutturazione edilizia. Anche le pentole sono da ricomprare: sì a ghisa, acciaio smaltato e Inox speciale, no a rame, vetro, alluminio e terracotta.
 

Destano perplessità i consumi elettrici. Gli impianti domestici supportano solitamente un consumo di 3,3kW, mentre un piano a induzione arriva a consumare fino a 7,4 kW. Dobbiamo cambiare il contratto ed aumentare il voltaggio? Dipende. Se d’abitudine accendiamo tutti i fornelli contemporaneamente, alla massima potenza, sarà meglio farlo. Altrimenti basterà informarsi in fase d’acquisto sull’opzione “power management”, che consente di limitare il voltaggio del piano quando in casa sono in funzione altri grandi elettrodomestici.
 

Infine, è opportuno ricordare che si tratta di un mercato in grande espansione: questo significa che lo sviluppo tecnologico avanza velocemente, garantendo efficienza sempre maggiore e vantaggi per i consumatori. È senz’altro una tecnologia green, perché non utilizza combustibili fossili e non disperde energia. Ancora più green se abbinata ad un impianto fotovoltaico.
 

Forse è davvero arrivato il momento di abbandonare gas, fuoco e fornelli e fare un balzo nel futuro.
 

Come fare

  1. Se ristrutturiamo casa, approfittiamo per cambiare i fornelli a gas con un piano a induzione: ci sono detrazioni IRPEF fino al 50%.
  2. Attenzione a pentole: per i piani a induzione vanno bene quelle in ghisa e acciaio smaltato. No a utensili in metallo.
  3. Teniamo d’occhio i consumi. In generale è sempre meglio non accendere troppi elettrodomestici contemporaneamente per non sovraccaricare la rete elettrica.

Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.

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