L’Aula della Camera ha votato il rinvio della seduta per l’esame del decreto Aiuti alla 14, come proposto – a nome del governo – dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà. La richiesta di rinvio, necessaria per dare tempo ai partiti di maggioranza di raggiungere un accordo sugli emendamenti, è stata votata dall’assemblea con 190 voti di differenza.
Uno slittamento giunto ieri al termine di una giornata ad alta tensione, segnata dalle riunioni tra governo e maggioranza a Montecitorio per arrivare ad una intesa e sciogliere così quei nodi politici rilanciati dal Movimento cinque stelle, in particolare sul superbonus edilizio 110 per cento, con riferimento alla norma sulla responsabilità solidale messa in capo ai cessionari dei crediti. Ore caratterizzate dalla disponibilità dell’esecutivo appunto a non porre la fiducia sul testo, a patto però di una approvazione del provvedimento, anche al Senato, entro la scadenza prevista del prossimo 16 luglio. Sembrava che la richiesta di rinvio dei lavori dell’Assemblea di un’ora, operata dalla sottosegretaria per i Rapporti con il Parlamento, Caterina Bini, potesse essere il preludio per una felice soluzione della vicenda, grazie alla presentazione di un emendamento con le modifiche chieste dai pentastellati sul superbonus. Poi, a distanza di qualche minuto, il colpo di scena, con D’Incà a chiedere un ulteriore supplemento di tempo. Del resto, sull’emendamento presentato non è stata raggiunta un’intesa a causa del mancato parere favorevole di palazzo Chigi e del ministero dell’Economia e delle Finanze, legato ad una questione di coperture, pari a circa tre miliardi di euro. Nessun accordo, quindi, non per motivi politici, ma prettamente e strettamente tecnici, come spiegato da fonti governative.
“Siamo increduli per lo spettacolo offerto dal campo largo che si sta stringendo a vista d’occhio. Siamo fermi da tutto il giorno per i litigi interni al centrosinistra che rischiano di bloccare 15 miliardi di aiuti per famiglie e imprese italiane”, sottolineano fonti della Lega in merito alle tensioni tra M5s, Partito democratico e governo. Non si fa attendere la replica dei democratici: “Se c’è una cosa da escludere con certezza in questa fase dell’esame del decreto legge Aiuti è che ci siano contrasti fra il Pd e i Cinque stelle – tiene a precisare Emanuele Fiano -. La Lega prova a buttarla sul terreno di uno scontro fra coalizioni, ma farebbe meglio a guardare in casa sua: quella del centrodestra. Il nostro gruppo non ha mai chiuso al confronto e alla possibilità di valutare modifiche al testo che siano nell’interesse dei cittadini, e su questa linea continueremo nelle prossime ore”. Infine, immediate e vibranti, alla richiesta di rinvio dei lavori, le proteste delle opposizioni. “E’ ora che questo governo tolga il disturbo, siete da barzelletta. Il comportamento di queste ore sta dimostrando agli italiani quanto valete non solo come governo, ma anche come forze politiche che lo sostengono”, le parole pronunciate nel suo intervento nell’emiciclo dal capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida. Per il deputato di Alternativa, Raphael Raduzzi, la richiesta di rinvio della discussione “è vergognosa”.
Leggi anche altre notizie su Nova News
Seguici sui canali social di Nova News su Facebook, Twitter, LinkedIn, Instagram, Telegram
Source: agenzianova.com
Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.
I commenti su questo articolo non dovranno contenere quesiti di natura tecnica.