Decreto Aiuti approvato dalla Camera dei Deputati con 266 sì e 47 no. Ora il provvedimento passa all’esame del Senato. Presenti in Aula 313 deputati, non hanno partecipato al voto gli esponenti del Movimento 5 stelle. “Sul superbonus ci aspettavamo di più, occorre intervenire immediatamente, senza se e senza ma”, mentre c’è stata “mancata discussione”. “Avendo espresso il nostro sostegno al governo, esplicitato nel voto di fiducia” di giovedì scorso, “annuncio che il M5S non parteciperà alla votazione finale sul provvedimento“, le parole del capogruppo M5S Davide Crippa in Aula alla Camera nella dichiarazione di voto al dl. Nel dl aiuti “ci sono misure importanti per sostenere famiglie e imprese, interventi utili seppur non risolutivi per frenare l’impennata delle bollette, sostegni a enti locali, il fondo per le imprese più colpite dai contraccolpi della guerra in Ucraina, misure contro il caro materiali. Qualche passo avanti che abbiamo contribuito a compiere. Ma proprio per questo, perché si tratta di un provvedimento con finalità chiare, non c’è una spiegazione razionale nel voler inserire una norma che apre al termovalorizzatore a Roma”, collegandone la realizzazione “in maniera fantasiosa al Giubileo”, ha spiegato Crippa.
Crippa ha rimarcato gli sforzi della sua parte politica nel cambiare la norma sull’inceneritore, “abbiamo provato in Cdm prima e in Parlamento poi”, dice. Poi sostiene che la “narrazione su Roma è cambiata”, ma noi “ricordiamo al sindaco Gualtieri che i rifiuti vanno raccolti” e che “i cinghiali non sono animali di compagnia”. Della norma contestata “avremmo voluto discuterne in Commissione e poi in Aula, ma in Commissione tutto si è risolto in tre ore: c’è qualcosa che non funziona, siamo di fronte a un testo blindato che lo sarà anche in Senato, ma il Parlamento su questo testo non ha toccato palla“, l’accusa di Crippa.
Tra i 266 sì incassati dal dl Aiuti in Aula alla Camera c’è anche quello di un deputato M5S. A votare in contrapposizione col gruppo di appartenenza, che ha deciso di non prendere parte al voto, il deputato Francesco Berti, l’unico a disattendere l”ordine di scuderia’, riportano fonti M5S. Dei 104 deputati iscritti al gruppo del Movimento 5 stelle alla Camera, solo uno è quindi rimasto in Aula durante la votazione del dl. Altri 85 hanno rispettato gli ordini di scuderia, non partecipando al voto. I rimanenti 18 deputati risultano in missione.
LA REAZIONE DEI PARTITI – “La scelta politica del M5S è grave. Indebolire o mettere a rischio il governo in queste settimane è da scellerati. Considerazione che vale per Conte ma anche per Salvini e per chiunque altro metta in discussione l’esecutivo Draghi”. Così il senatore Pd Andrea Marcucci dopo l’uscita dall’aula alla Camera del M5S per il voto finale sul dl Aiuti. “Il M5s non vota il DL Aiuti. Inizia il Papeete di Conte. Almeno nel 2019 non avevamo covid, guerra in Ucraina e inflazione all’8%”, le parole su Twitter del presidente di IV Ettore Rosato.
La mancata partecipazione del M5S al voto sul dl aiuti “è un fatto eccezionale e grave” e sembra una scelta “da partito di opposizione” come se non si voglia “che Draghi prosegua la propria opera fino alla fine della legislatura”. Lo ha detto in aula il capogruppo azzurro alla Camera Paolo Barelli, chiedendo anche una “verifica per capire chi sostiene e chi non sostiene il presidente Draghi”.
“Assurdo voltare le spalle agli italiani, non votando un provvedimento importante come il dl Aiuti che stanzia decine di miliardi contro il caro bollette e il caro energia. Davanti a provvedimenti che contrastano un’emergenza nazionale servirebbe compattezza da parte di tutte le forze politiche, ma c’è chi ancora una volta pensa solo ai sondaggi e si nasconde dietro a egoismi di partito. Così si porta il Paese a sbattere”, affermano in una nota Iolanda Di Stasio e Primo Di Nicola, capigruppo alla Camera e al Senato di Insieme per il Futuro.
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