Firenze, 17 novembre 2021 – E’ entrato in vigore da un giorno all’altro, bloccando i lavori di ristrutturazione, tutte le pratiche del bonus casa, ad eccezione del Superbonus 110%, e le riscossioni delle imprese che avevano concluso gli interventi secondo la norma precedente. Il decreto legge antifrode ha creato il caos nel settore delle costruzioni, paralizzando un meccanismo che funzionava bene e che consentiva ai cittadini di fare lavori con lo sconto in fattura e alle imprese di cedere il credito alle banche o alle Poste. Una tegola caduta improvvisamente sulla testa di tutte le imprese del comparto: quasi 15mila nella Città metropolitana di Firenze, per il 68 per cento artigiane.
A lanciare l’allarme il presidente provinciale di Cna Costruzioni, Giuseppe Gennaro. “Buono l’intento, pessima l’attuazione, con un aggravio di burocrazia ed effetti che stanno paralizzando i cantieri”, dichiara. Il decreto legge introduce infatti due ulteriori adempimenti burocratici, già previsti per il Superbonus 110%, per tutti gli altri bonus edili, dal bonus facciate all’efficientamento energetico.
Sono l’obbligo del visto di conformità, rilasciato da commercialisti e Caf, e l’asseverazione della congruità delle spese per ogni intervento, in base a tariffari regionali che non sono aggiornati. Occorre dunque ricorrere ad un tecnico esterno per ottenere il bonus, ma non è noto chi debba essere e come debba fare la certificazione. In attesa di chiarimenti, che non si sa quando arriveranno, le pratiche in corso, anche quelle avviate pochi giorni prima del 12 novembre, data di pubblicazione del decreto antifrode, sono bloccate.
Con il decreto, inoltre, è in arrivo una fitta selva di controlli che, di fatto, disincentiva in modo piuttosto esplicito l’agevolazione da ogni punto di vista, lato imprenditori edili e lato cittadini. Senza contare che, con l’obbligo di ricorrere ad un tecnico, il costo dei lavori aumenterà.
“Si arriva così al paradosso che per sostituire una semplice caldaia o anche solo una finestra, il nuovo onere – sottolinea Gennaro – rischia di essere più costoso del beneficio fiscale stesso. Ma c’è di più perché, al momento, non è ancora chiaro chi dovrà rilasciare l’asseverazione sulla congruità dei costi e quali contenuti dovrà avere, con la conseguenza che l’invio di tali comunicazioni all’Agenzia delle Entrate è fermo. Tutto ciò non solo per lavori futuri, ma anche per quelli già contrattualizzati e definiti. Una follia, perché senza l’invio del modello l’Agenzia delle Entrate non può dare il via libera e gli sconti, magari con fattura già emessa, restano al palo, mentre gli istituti di credito diventano attendisti per quanto previsto dal decreto, non accollandosi più i crediti”.
“Cna è contraria alle frodi, ma combatterle con strumenti del genere, che vanno contro ad ogni sbandierata semplificazione è inaccettabile”. La soluzione? “Se si crede nella bontà dei bonus, se si ha rispetto per un settore che negli stessi sta investendo e per i lavoratori che, grazie anche a queste agevolazioni fiscali, hanno uno stipendio, se si vuole tutelare il diritto dei cittadini ad una casa più sicura e efficiente dal punto di vista energetico, la soluzione – risponde il presidente di Cna Costruzioni Firenze – è una sola: emendare il tutto in fase di conversione del decreto”.
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