Il nuovo decreto Salva Casa pensato dal ministro Salvini e
approvato dal Consiglio dei Ministri, mira a semplificare l’iter di
sanatoria edilizia, fino ad “ammorbidire” le c.d. tolleranze. Si
tratta, in sintesi, delle soglie entro le quali è considerato
lecito che le opere eseguite si discostino da quanto dettagliato
nel titolo abilitativo dei lavori.
Le nuove tolleranze dopo il Decreto Salva Casa
Il decreto eleva l’attuale franchigia del 2%, fissata dall’art.
34-bis del TUE (Testo Unico Edilizia, d.P.R. n. 380/2001), in
misura inversamente proporzionale alla superficie delle unità
immobiliari, fino ad arrivare a consentire una divergenza tra
titolo e intervento eseguito pari al 5% per unità inferiori ai 100
mq, limitatamente ai lavori avvenuti entro il 24 maggio 2024.
E non solo, perché sempre modificando l’art. 34-bis e sempre in
relazione a interventi pre-24 maggio, il Salva-casa aggiunge alla
lista dei lavori difformi dal titolo ma comunque sanabili una serie
di fattispecie, tra le quali la mancata realizzazione di elementi
architettonici non strutturali, le irregolarità
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