L’obiettivo: rispettare il cronoprogramma del Recovery
Cantieri che potranno partire più rapidamente, con meccanismi di autorizzazione più snelli e tempi ridotti per il silenzio-assenso. Via la soglia del subappalto e procedure riviste per il ricambio degli impianti di produzione di energia rinnovabile, spesso oramai datati. Sanzioni per i funzionari che ostacolano il passaggio alla digitalizzazione delle amministrazioni e potere di sostituzione da parte dello Stato quando le amministrazioni locali perdono tempo. E poi ancora: meno domande da fare per gli interventi contro il dissesto e il rischio frane in montagna e un piano per l’addio al carbone in Sardegna. Sono solo alcuni dei capitoli affrontati nella bozza del decreto Semplificazioni, ancora provvisoria e in corso di approfondimenti e limature in vista dell’approdo in Consiglio dei ministri, annunciato entro questa settimana. Rispettare il cronoprogramma del Recovery è il mantra dell’esecutivo, anche perché eventuali ritardi rischiano di congelare le tranche di fondi europei che la Commissione dovrebbe erogare ogni sei mesi, una volta verificato lo stato di avanzamento dei piani. L’obiettivo del decreto è dunque di istituire una serie di strutture ad hoc capaci di snellire le procedure e dare una corsia preferenziale alle opere del Recovery Plan, dalla Soprintendenza unica alla supercommissione tecnica per la valutazione di impatto ambientale, ma anche dotando di un «Comitato speciale» il Consiglio superiore dei Lavori pubblici e rafforzando la Banca dati nazionale dei contratti pubblici dell’Anac.
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