Il decreto Sostegni, approvato dal Senato in prima lettura con molte modifiche che ne potenziano gli effetti, «non interviene in nessun modo sul Superbonus al 110%, per l’adeguamento energetico e sismico delle case, e tantomeno sulla cessione del credito. È una misura che funziona molto bene e che ci siamo impegnati a prorogare al 2023». E’ quanto afferma la vice ministro all’Economia, Laura Castelli, in un post nel quale fa il punto sulle misure adottate e annuncia che si sta lavorando nel decreto sostegni Bis.
«Sono molti gli interventi in cantiere per cittadini ed imprese – afferma -. Provvedimenti utili ad accompagnare la ripresa dell’economia e la riapertura delle attività. A partire dalla filiera del turismo, che proprio in questi giorni sta programmando la nuova stagione estiva».
La viceministro ricorda alcune delle misure approvate in Senato «che rappresentano un valido supporto a cittadini e imprese».
«Per le start up, la cui attività è iniziata nel 2019, e che per questo non erano rientrate tra i beneficiari del fondo perduto – spiega – abbiamo introdotto un contributo che prende in considerazione la perdita di fatturato medio mensile. Per le imprese con cali del fatturato fino al 30% siamo intervenuti sui costi fissi, azzerando la prima rata Imu e per gli alberghi, bar e ristoranti, anche il canone Rai. Abbiamo sospeso, fino al 31 dicembre, il canone di occupazione del suolo pubblico, anche per il commercio ambulante. L’acconto Irap, per chi supera le soglie del Temporary Framework, è stato spostato al 30 settembre; – introdotto un fondo da 10 milioni per sostenere i genitori, separati o divorziati, che hanno avuto difficoltà economiche a causa della pandemia, e non sono riusciti a garantire l’assegno di mantenimento. A loro, grazie a questo fondo, oltre l’assegno unico e il bonus baby sitter, verrà riconosciuto un beneficio massimo di 800 euro al mese».
«Siamo intervenuti – prosegue – nel settore delle locazioni, in supporto sia ai proprietari degli immobili, escludendo dalla tassazione quegli affitti ad uso abitativo che non sono stati percepiti a partire dal 1° gennaio 2020, sia rispetto agli sfratti, per i quali sarà previsto lo sblocco dal 1 luglio di quest’anno, ma solo per quelle procedure avviate prima del Covid».
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