Dopo un avvio con qualche difficoltà, la digitalizzazione del
ciclo di vita degli appalti imposta dal nuovo Codice dei Contratti
Pubblici (d.Lgs. n.36/2023) sembra essere ormai praticamente
regime. La conferma arriva dal numero di CIG emessi nei primi
5 mesi del 2024: quasi 2 milioni, un valore che sfiora quello
raggiunto nello stesso periodo nel 2023.
Digitalizzazione appalti: sistema quasi a regime
A precisarlo è ANAC, che traccia un primo bilancio dell’attività
dei contratti pubblici dal 1° gennaio 2024 ad oggi. Secondo
l’Auttorità, a inizio giugno 2024:
- risultano nell’elenco dell’Autorità Nazionale
Anticorruzione 63 piattaforme certificate, di cui 16
(25%) messe a disposizione dai soggetti aggregatori; - sono 4.400 stazioni appaltanti qualificate in via ordinaria e
con riserva. Aggiungendo i soggetti aggregatori iscritti di diritto
le Stazioni appaltanti non soggette a qualificazione (per esempio,
le strutture commissariali), risultano circa 5.000 stazioni
appaltanti in grado di operare nel sistema; - oltre il 12% del totale delle qualificate sono centrali uniche
di committenza; - nei servizi e forniture, circa il 65% è qualificato con il
livello massimo, un po’
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