Dopo la fumata nera delle ultime settimane, alla fine l’accordo
provvisorio tra Parlamento europeo, Consiglio e Commissione europea
è arrivato su un testo della Direttiva case green per
l’efficientamento energetico degli edifici (EPBD – Energy
Performance of Buildings Directive) notevolmente diverso da quello
che conoscevamo.
Direttiva case green: allenamento dei paletti
Dalla revisione della direttiva arriva un allentamento delle
regole tanto contestate soprattutto dall’Italia, la cui situazione
del patrimonio immobiliare è particolarmente critica (e non solo
dal punto di vista energetico).
La nuova versione della Direttiva case green resta sempre
indirizzata sugli edifici meno performanti con l’obiettivo di
abbassare le bollette energetiche e ridurre le emissioni. Viene
previsto che ciascuno Stato membro adotterà la propria strategia
nazionale per ridurre la media del consumo energetico degli edifici
residenziali del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035,
consentendo sufficiente flessibilità per tenere conto delle
particolarità territoriali.
In tal senso, gli Stati membri saranno liberi di scegliere quali
edifici prendere in considerazione e quali misure adottare. Gli
Stati membri
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