All’indomani dell’approvazione del Parlamento Europeo della
Direttiva EPBD, si iniziano a fare i conti sul
numero di edifici che saranno coinvolti nel processo di
riqualificazione energetica e sui costi che bisognerà sostenere per
gli interventi. Ma, soprattutto, si iniziano a pensare alle
soluzioni possibili, alla luce degli obiettivi fissati e della
necessità di realizzare un piano di ristrutturazione entro la fine
del 2025.
Direttiva Green: le sfide da affrontare
Una sfida complessa che, come sottolinea il Centro studi CNI,
sebbene il testo definitivo della Direttiva abbia notevolmente
ammorbidito la versione iniziale, con soluzioni anche di
compromesso, richiederà al Paese capacità tecnica, visione e
volontà politica in eguale misura.
“La Direttiva Europea EPBD, così come di recente approvata
dal Parlamento Europeo – afferma Angelo Domenico
Perrini, Presidente del CNI – rappresenta un passo in
avanti rispetto al testo originario e crea le premesse per
affrontare in modo più credibile la questione dell’efficientamento
energetico di un patrimonio edilizio ormai vetusto, non solo in
Italia ma anche nel resto d’Europa. Non possiamo
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