La Direttiva Green, (EBPD – Energy
Performance of Buildings Directive) sembra
essere stata ridimensionata in termini di step previsti per la
riqualificazione energetica degli edifici, nel
corso dell’ultimo trilogo tenutosi il 7 dicembre, fissando paletti
meno stringenti rispetto a quanto previsto dalla bozza di testo
approvata a marzo.
L’obiettivo rimarrà sempre la riduzione delle emissioni
e dei consumi energetici in Europa, ma adesso potrà essere
raggiunto in maniera più flessibile e in autonomia, utilizzando
come parametro la media del patrimonio immobiliare
di ciascun Stato membro e non utilizzando come unità di misura
il singolo edificio.
Direttiva Green: cosa cambia con la nuova EBPD
Questi in sostanza i punti che sono attualmente previsti dalla
Direttiva:
- adozione di una strategia nazionale per ridurre il consumo
energetico degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del
20-22% entro il 2035, consentendo sufficiente flessibilità per
tenere conto delle particolarità territoriali; - redazione di un modello comune per gli Attestati di
Prestazione Energetica (APE); - predisposizione di misure a contrasto della povertà energetica
e a protezione degli inquilini a rischio
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