Le sanzioni riguardanti i documenti falsi redatti per usufruire dei bonus casa e del superbonus 110% sono state inasprite nel corso del tempo. Cambiano anche i rischi dei professionisti: si sono aggravati fino a cinque anni di carcere per certificazioni fittizie.
Restare aggiornati sulle novità che riguardano il campo edilizio diventa sempre più complesso, visto che le procedure e la normativa viene costantemente aggiornata. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la scoperta del giro di frodi pari a oltre 900 milioni di euro in crediti d’imposta inesistenti. L’Agenzia delle entrate ha sollevato il problema e il Governo ha reagito emanando il dl Anti-frodi, poi assorbito dalla legge di Bilancio 2022.
Facciamo il punto della situazione sulle sanzioni riguardanti le certificazioni false e i rischi a cui vanno incontro i professionisti e i tecnici.
Superbonus 110 e bonus edilizi: cosa si rischia per documenti falsi
In un primo momento, a maggio 2020, il decreto Rilancio prevedeva sanzioni dove il fatto costituisca reato ai soggetti che rilasciano attestazioni e asseverazioni infedeli di importo a partire da 2.000 fino a 15.000 euro, per ciascun documento falso reso. A occuparsi dei controlli era il ministero dello Sviluppo Economico.
Come anticipato, il decreto Anti-frodi ha cambiato le carte in tavola, e nuove modifiche sono arrivate quando la legge di Bilancio 2022 ha accorpato il provvedimento. La nuova normativa ha inasprito la sanzione penale: se nelle asseverazioni rilasciate ci sono informazioni false, anche in merito alla congruità delle spese, oppure vengono omessi dati rilevanti sui requisiti tecnici del progetto di intervento o sulla effettiva realizzazione dei lavori, il tecnico abilitato è punito in due modi:
- la sanzione da 50.000 a 100.000 euro;
- la reclusione da due a cinque anni.
La pena è aumentata se il fatto è commesso al fine di conseguire un ingiusto profitto per sé o per altri.
Sanzioni per false comunicazioni all’Agenzia delle entrate
I bonus edilizi possono essere usati in tre modi: detrazione in dichiarazione dei redditi, sconto in fattura o cessione del credito. Qualora si scegliesse una delle opzioni alternative alla detrazione, bisogna effettuare una comunicazione all’Agenzia delle entrate.
Caricare dati errati sulla piattaforma dell’Agenzia delle entrate è un reato, per la precisione di falsa fatturazione (articolo 8 del Dlgs 74/2000) e si rischiano da quattro a otto anni di carcere.
Scia e visto per i bonus edilizi: cosa si rischia se si dichiara il falso
La Scia è la segnalazione certificata di inizio attività ed è il documento che consente di iniziare, modificare o cessare un’attività produttiva (artigianale, commerciale, industriale), senza dover attendere i tempi e l’esecuzione di verifiche e controlli preliminari da parte degli enti competenti. I tecnici che attestano falsamente il possesso dei requisiti necessari per la Scia rischiano:
- la reclusione fino a un anno;
- una multa fino a 516 euro.
In caso di visto di conformità falso i professionisti vanno incontro all’accusa di dichiarazione fraudolenta (articolo 3 del Dlgs 74 del 2000). Il reato viene punito con la reclusione da un anno e sei mesi fino a sei anni.
Source: money.it
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