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Draghi boccia il superbonus 110%, ma quali sono le ragioni? – idealista.it/news

Le ultime notizie sul superbonus coinvolgono il presidente del governo Mario Draghi che in una plenaria davanti al Parlamento europeo ha detto di “non essere d’accordo” con il ministro Cingolani sulla validità del bonus 110. Un intervento che ha provocato una dura replica dal Movimento 5Stelle, ma che ha i suoi fondati motivi. Vediamo che ha detto Draghi e quali sono le sue ragioni, proprio mentre nel decreto Aiuti è stata approvata la proroga per le unifamiliari che cambia la scadenza del 30 giugno portandola al 30 settembre.

Le ultime notizie

Nella sua replica al Parlamento europeo di Strasburgo tornando sulla questione del superbonus, il premier Draghi ha detto di non essere d’accordo con il ministro Cingolani sulla “validità di questo provvedimento”. Una convinzione basata sul fatto che “il costo di efficientamento è più che triplicato, i prezzi degli investimenti sono più che tripli perchè toglie la trattativa sul prezzo”

Ma per quale ragione è stato quindi prorogato il superbonus 110? Come ha spiegato Draghi “le cose vanno avanti in Parlamento, il governo ha fatto quel che poteva e il nostro ministro è molto bravo”. Come ha ricordato Draghi, l’esecutivo che lo vede alla guida “è nato come governo ecologico”, mettendo “il clima” tra i suoi pilastri più importanti. 

Preoccupazioni legate soprattutto alla questione della cessione del credito dei bonus edilizi e del superbonus, definito dal ministro Franco “come una tra le più grandi truffe che la Repubblica abbia mai visto”.

A tornare sulle parole di Draghi è stata anche la sottosegretaria all’Economia, Maria Cecilia Guerra, in un’intervista a Radio Capital. Le parole del premier Draghi, ha sottolineato, “si riferivano ad una caratteristica particolare del superbonus 110% che, pagando tutto quanto al settore privato, non mette in atto quel contrasto di interessi positivo per il controllo dei prezzi”

Il superbonus “è una misura importante in una fase di emergenza e lo rincosciamo tutti” ma “il tema è che abbiamo moltissimi interventi sulle ristruturazioni con finalità positive ed è ora di razionalizzarli, questo era già in programma. Il superbonus andava comunque a ridursi.

La dura replica dei 5Stelle

Le parole di Draghi non sono piaciute ai 5Stelle che hanno subito replicato. “Ci lascia abbastanza perplessi l’irricevibile perentorietà con cui il premier Draghi si è scagliato contro il Superbonus al 110%. E’ stata gettata una volta per tutte la maschera: forse alla base dei continui paletti normativi e della ossessiva smania dell’esecutivo di voler limitare la circolazione dei crediti fiscali, c’è proprio questa insofferenza del presidente del Consiglio nei confronti del provvedimento. Il quale, però, nel 2021 ha contribuito in maniera decisiva a quel +6,6% del Pil di cui ha giovato in primis proprio il premier”. E‘ quanto si legge in una nota congiunta dei senatori M5s in commissione Industria, Commercio e Turismo Gianni Girotto, Cristiano Anastasi, Marco Croatti, Gabriele Lanzi e Sergio Vaccaro.

“Questo meccanismo fiscale non solo ha portato in dodici mesi un risparmio di energia pari a quello dei consumi di energia elettrica di un milione e 100 mila famiglie, ma ha avuto effetti salvifici sull’edilizia, con ricadute occupazionali impensabili prima che arrivasse l’ok alla misura. Inoltre, vorremmo rammentare a Draghi che l’escalation dei costi nel settore delle costruzioni c’è stato in tutta Europa, anche in quei paesi che non hanno bonus edilizi. Quindi parlare di efficientamenti energetici dai costi triplicati lascia il tempo che trova, un po’ come a inizio anno quando si puntò il dito sul boom di frodi legate al Superbonus, boom rivelatosi poi un falso storico”.

“Al premier Draghi chiediamo maggiore accortezza: provi a dare a questo sgravio un quadro normativo chiaro senza ostacoli e mutamenti di scenario ogni mese, poi ne riparleremo”, concludono i senatori stellati.

Il parere di Confedilizia

Sul tema è intervenuta Confedilizia con una nota. Il Presidente del Consiglio ha detto oggi di essere contrario al superbonus del 110 per cento per gli interventi di miglioramento sismico e risparmio energetico degli edifici, in quanto foriero di aumenti dei prezzi.

Il problema segnalato dal Premier esiste, anche se l’aumento dei prezzi è stato determinato da molteplici fattori. Del resto, il superbonus è stato varato, nella primavera di due anni fa, al solo scopo (ottenuto, a quanto risulta) di dare uno scossone positivo a un’economia annichilita da pandemia e lockdown. E nessuna persona dotata di senno ha mai pensato che dovesse essere strutturale”. 

“Quel che lascia perplessi – aggiunge – è il fatto che il Governo, impossibilitato a bloccare questa misura in quanto voluta dalla quasi totalità del Parlamento, abbia introdotto negli ultimi mesi evidenti ostacoli alla sua concreta applicazione, in particolare attraverso i limiti imposti alla cessione del credito. Questo modo di procedere, oltre a non distinguersi per trasparenza, ha prodotto due conseguenze molto negative: la prima è stata quella di mettere in estrema difficoltà (in alcuni casi addirittura in crisi) imprese, professionisti e proprietari che avevano i cantieri aperti; la seconda è stata quella di bloccare l’utilizzo anche di tutti gli altri incentivi per interventi sugli immobili, per i quali il meccanismo di cessione del credito e sconto in fattura consentiva un’applicazione anche da parte di cittadini a reddito medio-basso

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