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Draghi boccia Superbonus, l’allarme del Csnr: «Rischio economico e sociale» – RuvoLive

Il comparto dell’edilizia rischia il collasso con conseguenze disastrose anche sul piano sociale. Le parole del premier Mario Draghi, pronunciate a Strasburgo e che hanno demonizzato la misura del Superbonus 110% in edilizia, non soltanto hanno fatto infuriare gli addetti al settore edilizio, mettendo in crisi l’intero sistema, ma hanno avuto anche l’effetto di scoraggiare ulteriormente le banche che stanno via via decidendo il blocco delle cessioni del credito di imposta.

I piccoli e i medi imprenditori si ritrovano così a dover gestire un cassetto fiscale pieno di crediti che hanno difficoltà a riscuotere ma al contempo i conti in rosso perché, con gli istituti bancari fermi nella concessione del credito, vi è incertezza sulla effettiva esigibilità dei crediti. Il tutto con una ricaduta fortissima sull’intero comparto edilizio e sull’indotto che, in Puglia così come nel resto d’Italia, rappresenta un settore trainante dell’economia.

I numeri parlano chiaro: 31 su 36 settori economici sono fornitori dell’edilizia (studio Ance – Istat 2015). Gli interventi di ristrutturazione impiegano manodopera, acciaio, polistirene, mezzi di trasporto, generando economia a cascata sino a coinvolgere anche i fornitori di servizi e non soltanto di materiali. Si stima che un miliardo speso in edilizia genera una economia complessiva di 3.5 miliardi di euro. La misura del Superbonus 110% ha impresso una sensibile accelerata alla crescita del settore che, se fermata in maniera violenta e repentina, potrebbe generare effetti devastanti anche sul piano sociale. Un vero e proprio grido di allarme è stato lanciato dal Csnr, Centro Studi Nazionale Ricerche di Giuristi ed Economisti di Impresa, con sede a Roma, che ha richiesto l’intervento del Prefetto di Bari affinché si attivi «per prevenire una emergenza sociale che a breve metterà in ginocchio migliaia di imprese, lasciando a casa i lavoratori».

La fotografia della situazione è impietosa: sono più di 15mila i lavoratori, di cui più di 8mila nella sola provincia di Bari, impegnati in lavori del settore grazie agli incentivi fiscali legati soprattutto al Superbonus. Lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro. «Le aziende del settore – spiega il coratino Aldo Bindo, presidente nazionale del Csnr – sono fortemente preoccupate, perché le criticità che stanno emergendo rischiano di creare fortissime tensioni sociali. Pertanto chiediamo al Prefetto di convocare una riunione per consentire di rappresentare allo stesso, l’intera problematica in atto e per concordare una comune linea di azione».

Una richiesta alla quale si unisce anche il deputato di Fratelli d’Italia, Marcello Gemmato. «Il blocco del comparto dell’edilizia, dovuto alla difficoltà di cessione del credito di imposta relativo al Superbonus 110%, rischia di tradursi in una vera e propria emergenza di carattere sociale, con grandi rischi per l’occupazione di migliaia di lavoratori impegnati anche nell’indotto» afferma il parlamentare pugliese. «Al di là delle posizioni politiche, riteniamo di richiedere un incontro ufficiale del Prefetto affinché si possano scongiurare tensioni sociali».

Anche la senatrice del Movimento 5 Stelle  fa sue le preoccupazioni sollevate da Bindo. «Con l’ultima norma contenuta nel Dl Aiuti, che consente alle banche di cedere subito i crediti d’imposta, ma solo ai correntisti “professionali” (di fatto solo le aziende più grandi) riduce di molto la platea delle imprese che possono acquistare i crediti d’imposta. Questo non va bene». Piarulli annuncia l’intenzione di presentare in Parlamento un piano straordinario di stabilizzazione pluriennale del Superbonus e degli altri bonus cedibili, magari, partendo da un’aliquota comune per tutti, che poi potrà essere maggiorata a seconda della virtuosità dell’investimento incentivato. «Non abbiamo alcuna intenzione di rinunciare al meccanismo della cessione dei crediti d’imposta; si tratta di uno strumento virtuoso che crea benefici a imprese e cittadini ed è in grado di immettere maggiori liquidità», riferisce.

Le dimensioni del problema sono direttamente proporzionali alla crescita del settore, così come confermato dai dati, dal quarto trimestre 2019 al terzo trimestre 2021, che registrano un aumento dell’indice dell’occupazione alle dipendenze del 5.4% per il totale di industria e servizi, suddiviso nello 0,8% dell’industria in senso stretto (escluse le costruzioni), nel 6,8% dei servizi, e nel 14% delle costruzioni. Ulteriore conferma arriva dall’indagine di Unioncamere e Infocamere che colloca la Puglia al terzo posto tra le regioni del Mezzogiorno d’Italia quanto a crescita del numero delle imprese del settore edilizio, + 2.102, pari al 4.8% di incremento nell’ultimo biennio. Dati che non possono non essere considerati nella loro oggettività e dalla cui analisi è facilmente prevedibile il danno economico e sociale che l’impasse legislativa e finanziaria potrebbe generare.

domenica 22 Maggio 2022

Source: ruvolive.it

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