Quanto si sta verificando relativamente ai Superbonus è estremamente grave e inquietante. Tutte le azioni di Governo sono volte nella direzione opposta alle volontà del Parlamento che è sempre più propenso a mantenere e promuovere le nuove misure di recupero fiscale. Da sei mesi il Presidente Draghi cerca di minare e sabotare il percorso del superbonus attraverso decreti, rendendo sempre più farraginoso tutto il processo, fino alla decisione di limitare la cessione del credito d’imposta: l’operazione più efficace su cui si era imperniata tutta l’operazione fiscale. Da mesi è iniziato il caos che oggi è sotto gli occhi di tutti: istituti finanziari bloccati, imprese e lavori anch’essi fermi.
Mentre il Parlamento italiano cerca con grande fatica di risolvere la problematica, il Presidente Draghi in Parlamento Europeo esplicita tutta la sua contrarietà verso queste misure, stoppando di fatto il plauso appena ricevuto da parte della Von der Leyen. Unica piccola conquista si è ottenuta con la proroga sul I SAL per le singole unità abitative ma, contemporaneamente, alcuni importanti istituti finanziari hanno comunicato che a breve chiuderanno le loro piattaforme, sollecitando i soggetti coinvolti a emettere con urgenza il I SAL, pena la perdita della cessione del credito. Il Parlamento viene platealmente bypassato dallo strapotere delle banche. Ciò appare allarmante e inquietante se si pensa all’autorevolezza e all’influenza che il Presidente Draghi ha presso gli Istituti di credito, visto i ruoli ricoperti in precedenza. Come se non bastasse è notizia di questi giorni che si vorrebbe introdurre la SOA, attualmente prevista solo per gli appalti di LL.PP, anche per i cantieri che utilizzano il Superbonus.
Sappiamo già che la SOA non è un attestato idoneo a garantire la qualità di un’impresa. Senza paura di smentita si può affermare che la SOA è un certificato acquistabile, costoso ed estremamente duttile rispetto all’Ente certificatore, richiederlo anche per i cantieri privati serve solo a tagliare fuori una miriade di piccole e medie imprese artigiane che, nel sistema produttivo legato all’edilizia, rappresentano circa l’80% del mondo del lavoro. Plaudono Confindustria e Ance all’ennesima operazione di questo Governo mirata a distruggere il tessuto sano della piccola e media impresa escludendo, di fatto, dal mercato del lavoro centinaia di migliaia di lavoratori.
Intanto le piccole e medie imprese artigiane e i proprietari degli immobili che hanno avviato, o che desiderano avviare i cantieri con il superbonus, sono costretti a rinunciare a questa opportunità. Chi ha la responsabilità di risolvere questa situazione è sempre dei professionisti che si trovano nel mezzo del processo, dove i piccoli studi sono nella medesima situazione delle piccole imprese con carichi di lavoro, di oneri, responsabilità, senza poter scontare i crediti fiscali maturati, in quanto non accettati dagli Istituti finanziari. Come sempre si favoriscono i grandi e si distrugge quel tessuto lavorativo che ha permesso e che continuerebbe a permettere di ridare un volto rinnovato al nostro importante e bellissimo patrimonio immobiliare. L’ennesima occasione persa ai danni di tutti, tranne che per i soliti noti che continueranno a dettare le leggi a un Governo sempre più succube degli interessi dei grandi capitali.
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Source: ilriformista.it
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