

Ha sfasciato (ancora) il Superbonus edilizio, la penicillina di Giuseppe Conte, chiesto la revisione dei trattati europei (“inadeguati”) e ripetuto che non ci può essere equivalenza tra “chi aggredisce e chi resiste”. Mario Draghi ha parlato al Parlamento europeo, mentre in Italia si gioca a “politici senza frontiere”. Uno, Conte, sogna di alzare la quota di “monnezza minima”, l’altro, Matteo Salvini, crede sul serio di convertire Putin. Il primo, si è schierato contro la “pratica dell’incenerimento”, il secondo era pronto a volare a Mosca. Non è vero che non è mai stata sua intenzione andarci. La fortuna è che per una volta ha fatto le cose per bene. Dunque male. La notizia si è diffusa perché aveva avvisato la diplomazia internazionale. A Palazzo Chigi gli hanno spiegato che il suo gesto equivaleva “a mettersi fuori dal governo”.
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