(Adnkronos Salute) – Sono trascorsi due anni da quando è entrato in vigore il Superbonus 110%, l’incentivo straordinario introdotto dal Governo a maggio del 2020 per cercare di sostenere il settore edile colpito, come tutti, dalla crisi dovuta alla pandemia.
A due anni dall’entrata in vigore del Superbonus 110% quali sono stati gli impatti misurabili in termini energetici ed economici?
A livello di crescita del settore edile gli investimenti hanno registrato un incremento del 16,4% e un’incidenza sul PIL del Paese del 6,5%.
Essendo stato introdotto anche per accelerare l’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare, il Superbonus 110% grazie agli interventi sinora effettuati ha portato benefici in termini di riduzione delle emissioni di particelle inquinanti in città e centri urbani. Un beneficio che si traduce in un maggior benessere e salute con conseguente riduzione delle spese sanitarie legate ai problemi dovuti all’inquinamento atmosferico, prime fra tutte le malattie respiratorie.
L’efficientamento degli edifici con miglioramento delle relative classi, ha portato anche una non trascurabile riduzione dei consumi energetici delle famiglie. In questo senso la tendenza è quella dello spostamento della prospettiva dei consumi di gas ed elettricità verso una produzione sempre più da fonti sostenibili. Per questo appare oggi fondamentale che il Paese definisca una precisa strategia energetica che investa sempre più nelle energie rinnovabili.
Considerazioni della categoria dei Geometri
Se rapportati a questi due anni di applicazione della misura, i risultati raggiunti, benché lusinghieri, fanno riflettere la categoria dei Geometri e mettono in evidenza ai geometri liberi professionisti che gli orizzonti temporali ai quali fare riferimento sono ben altri. A tale proposito, è opportuno ricordare che gli obiettivi chiave per il 2030 (Agenda 2030) sono:
• riduzione almeno del 40% delle emissioni di gas a effetto serra (rispetto ai livelli del 1990);
• quota almeno del 32% di energia rinnovabile;
• miglioramento almeno del 32,5% dell’efficienza energetica.
Senza dimenticare che la strategia di crescita delineata dalla presidente della commissione europea Ursula Von Der Leyen nell’ambito del Green Deal Europeo, prevede la neutralità climatica al 2050 e il taglio delle emissioni al 2030 di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990.
A tali considerazioni si somma l’esame del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che stabilisce gli edifici a emissione zero entro il 2050, così come previsto nella “Missione 2: Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”.
Source: ilgiornaleditalia.it
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