MASSA-CARRARA – “Il governo impone altri paletti per la realizzazione dei lavori con gli ecobonus che non faranno altro che rallentare la ripresa e mettere in crisi il sistema”. Lo sostiene la dirigenza della Confartigianato apuana a poche ore di distanza dall’approvazione dell’emendamento Decreto Legge Crisi Ucraina approvato nella notte di domenica che, pur recependo alcuni suggerimenti delle associazioni di categoria, va a inserire dei vincoli operativi che diventano insuperabili per almeno 8 piccole o micro imprese su 10 escludendole di fatto dal mercato della riqualificazione edilizia.
“Il punto è semplice – prosegue la Confartigianato apuana -, si cerca di adeguare al settore privato un modello di controllo che è tipico del pubblico ed è stato pure del tutto inefficace. Si tratta della qualifica o attestazione Soa, un certificato rilasciato da enti privati accreditati da Anac che si chiamano appunto Società organismi di attestazione, da cui l’acronimo. Per partecipare alle gare d’appalto pubbliche con un valore oltre una certa soglia limite, bisogna possedere questa qualifica che dovrebbe dimostrare la capacità dell’azienda di realizzare l’opera in questione. Ma attenzione non è un documento ‘univoco’: ogni Soa riguarda l’esecuzione di una precisa categoria di lavori e quindi ci sono oltre una cinquantina di categorie a cui sono poi associate anche classifiche di importo. Insomma, un meccanismo complesso e farraginoso, che nulla ha a che fare con la vera qualifica delle imprese e che pure non ha evitato che gli enti pubblici rimanessero vittime di frodi”.
Eppure è questo il sistema scelto dal governo per cercare di tenere sotto controllo l’utilizzo degli ecobonus: “Viene esteso l’obbligo di qualificazione Soa per lavori legati agli ecobonus di importo superiore ai 516mila euro a partire dal primo gennaio 2023. Così si vanno a escludere tutte le piccole e micro imprese che di quelle certificazioni non hanno bisogno o non hanno interesse perché non partecipano ad appalti pubblici e che rappresentano l’80% del sistema economico – prosegue l’associazione di categoria di Massa Carrara -. A nostro parere sarebbe servita piuttosto una legge che riconoscesse il reale profilo professionale e i requisiti delle imprese edili. A oggi questa manovra non farà altro che rallentare e imbrigliare il sistema ecobonus, con la speranza forse di ridurre i costi a carico delle casse dello Stato e far fallire una proposta che stava dando respiro all’economia italiana e a tante famiglie, rinnovando e migliorando il patrimonio immobiliare”.
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