Mercato paralizzato ma le iscrizioni al Bo crescono. L’assessora Nalin: «Serve un protocollo sull’emergenza abitativa»
Duemila studenti universitari sono senza casa perché non ci sono appartamenti disponibili. Il mercato immobiliare è nel caos tra chi approfitta del 110% per ristrutturare e rinuncia ad un anno di affitto; chi il bonus edilizio lo utilizza per la propria casa e va in affitto, ingrossando le fila della domanda di case in locazione. E poi ci sono i proprietari che, spaventati da due anni di pandemia, hanno preferito dedicarsi al residenziale: fuori gli studenti, dentro le famiglie. Infine c’è anche chi, al grido “speculazione”, sta riconvertendo l’appartamento – soprattutto in centro – in alloggio turistico: guadagno superiore e meno pensieri.
Ieri mattina, nella sede Ascom di via Bardelle, si sono ritrovati molti dei protagonisti di questa crisi degli affitti: l’assessora alle Politiche abitative Marta Nalin; la presidente Fimaa Ascom Confcommercio Silvia Dell’Uomo; il presidente Uppi Silvio Barbiero; il direttore dell’Esu Stefano Ferrarese; la presidentessa del Consiglio degli studenti e delle studentesse Unipd Emma Ruzzon; il rappresentante Udu, già senatore accademico, Enrico Caccin; il direttore dell’ufficio Global Engagement, Area relazioni internazionali Unipd Mattia Gusella e Angelo Pellegrino e Massimiliano Pierulli di Unibeds. «Durante la pandemia» riferisce la presidente Dall’Uomo «i proprietari si sono spaventati ed hanno deciso di affittare le proprie case come residenziale normale: questi alloggi non torneranno prima di quattro anni, più probabilmente otto perché i contratti sono quattro anni più altri quattro. Poi ci sono le case impegnate con la ristrutturazione per il bonus 110% che, invece, l’anno prossimo torneranno disponibili e infine c’è una crescita importante – già da alcuni anni – delle case esclusive per turisti. Questo è un fenomeno che ci preoccupa perché abbiamo già visto cosa è accaduto in città turistiche come Firenze e Venezia: svuotate dai residenti». Una cosa è certa, la situazione quest’anno rischia di sfuggire di mano e servirebbe un tavolo per affrontare la questione. Ne è convinto Ferrarese: «Noi, come ente regionale, provvediamo agli studenti meritevoli e privi di mezzi» spiega «e mai come quest’anno i posti letto non sono sufficienti. In città ci sono 60 mila studenti e 13 mila hanno bisogno di vivere in città perché troppo lontani: sopra gli 80 chilometri dalla propria residenza o sopra i 40 minuti di percorrenza. A conti fatti noi abbiamo 1.292 posti letto disponibili e 2.300 domande, dunque quasi 400 in più dell’era pre Covid. Senza contare che – per ragioni di sicurezza – ci dirigiamo verso le singole e non più verso le doppie, triple o quadruple. Ci sono in ballo 100 milioni dello Stato per le residenze universitarie e noi abbiamo già in mente di proporre una delle residenze – 2 su 12 – che necessitano di ristrutturazione, così da arrivare a 1.500 posti letto».
Ferrarese ricorda inoltre il cantiere della Fusinato che, tuttavia, sarà destinata agli studenti della scuola Galileiana e dunque non contribuisce a risolvere l’emergenza case per gli universitari. «Siamo pronti a metterci al fianco degli studenti» assicura l’assessora Nalin «il problema del caro affitti e della difficoltà a trovare casa si inserisce nel problema più ampio legato al diritto all’abitare. Stiamo lavorando con la Prefettura per un Protocollo sull’emergenza abitativa e come Comune stiamo lavorando con il privato sociale e i piccoli proprietari. Abbiamo fortemente voluto al presenza degli studenti proprio per sentire la loro voce, ma c’è una grande assente ed è la Regione Veneto».—
Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.