Sia l’ecobonus che il bonus mobili sono stati prorogati fino al 2024, e a proposito dei due l’Agenzia delle Entrate ha fornito alcuni chiarimenti in merito alla compatibilità delle due detrazioni fiscali. Vediamo cosa ha detto a tal proposito.
L’ecobonus consiste in una detrazione fiscale pari al 65 per cento sulle spese sostenute per la riqualificazione energetica, mentre il bonus mobili riguarda anch’esso una detrazione fiscale ma dal valore del 50 per cento per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici nuovi. Entrambe le agevolazioni sono state prorogate fino al 2024.
Recentemente, il magazine ufficiale dell’Agenzia delle Entrate, FiscoOggi, ha chiarito la questione relativa alla compatibilità dei due bonus. Vediamo insieme cosa ha detto a tal proposito l’Ente.
Ecobonus e bonus mobili 2022: compatibilità
Un contribuente si è rivolto alla rivista online dell’Agenzia delle Entrate, FiscoOggi, per chiedere se ecobonus e bonus mobili fossero compatibili. Il quesito riguardava, nello specifico, la sostituzione della caldaia.
Infatti, si ha diritto all’ecobonus per l’acquisto e installazione di caldaie a condensazione almeno di classe energetica A, per una spesa massima di 30mila euro.
Come chiarito dall’Agenzia delle Entrate, non è possibile usufruire anche del bonus mobili nei casi in cuisiano stati realizzati interventi finalizzati al risparmio energetico per i quali si è utilizzata la detrazione del 65%.
Il bonus mobili, infatti, può essere richiesto soltanto da quei contribuenti che hanno realizzato interventi con il bonus ristrutturazione del 50%.
Bonus mobili 2022: come funziona
l bonus mobili ed elettrodomestici consiste in una detrazione Irpef del 50% per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2024 per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici nuovi:
- di classe non inferiore alla A per i forni;
- di classe E per le lavatrici, lavasciugatrici e lavastoviglie;
- di classe F per i frigoriferi e i congelatori.
Contemporaneamente, è necessario aver realizzato interventi di ristrutturazione edilizia a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto dei beni.
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