Ecobonus no, ricariche lumaca, caos politico: e adesso?
di Pierluigi Bonora
Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile, in una recente intervista a Radio 24, afferma – a proposito di mobilità elettrificata e piano Ue “Fit for 55” – che “il punto è la disponibilità delle infrastrutture di ricarica” e che “non ha senso spingere con incentivi se poi non trovo i punti di ricarica”. Quindi?, ci permettiamo di chiedere. Visto che il il sistema italiano delle colonnine è ampiamente insufficiente e sotto la già bassa media europea (2,7 contro 4,7 punti di ricarica ogni 100 chilometri) e con tempi di rifornimento energetico francamente assurdi, che si fa? Si bloccano gli incentivi, come è avvenuto nella Legge di Bilancio, in attesa di una rete di colonnine adeguata? Buona fortuna…
Non è chiaro il ragionamento di Giovannini. E se si spingesse veramente forte e con concretezza sui problemi irrisolti? Ci vuole un piano a lungo termine per svecchiare il parco circolante, tenendo conto sia delle motorizzazioni elettrificate sia di quelle Euro 6. Parallelamente, ci vuole una svolta sulle stazioni di ricarica, ma quelle che garantiscono il “pieno” di corrente alla pari di quello del carburante. Basta fumo negli occhi, si guardi in faccia una realtà per nulla chiara, tra prezzi dell’energia e delle materie prime schizzati (la tutela dell’ambiente, ovviamente necessaria e fondamentale, è chiaramente sempre più un business e un fattore di consenso politico) e braccio di ferro su nucleare di ultima generazione sì (come vuole l’Ue) e nucleare no.
Si vuole un mondo della mobilità che viaggi in elettrico, ma con un elettrico che proviene da fonti “green”, e poi si osteggia il modo con cui raggiungere l’obiettivo. Come fa Giuseppe Conte, presidente dei 5 Stelle. Sentite cosa sostiene “l’avvocato del popolo”, tenendo presente che il Movimento che fa capo a Beppe Grillo, è tra i primi sponsor del “tutto elettrico”. Dice Conte: “Gas e nucleare non fanno parte di quel futuro di cambiamento, sostenibilità e tutela ambientale da incentivare con denaro pubblico”. Meglio, allora, incentivare provvedimenti come il reddito di cittadinanza di cui hanno beneficiato persone viste scorrazzare con macchine di lusso e che fanno passare ai giovani disoccupati la voglia di trovare un lavoro…
Idee non chiare, ipocrisia, opportunismo, interessi politici, disinformazione, interessi di parte, demagogia, contraddizioni. Ma non bisogna rassegnarsi. La battaglia sarà lunga.
Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.
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