Tempi lunghi, difficoltà nell’ottenere i prestiti e non solo: ecco perché l’ecobonus 110% non ingrana la marcia
Mentre spunta l’ipotesi della proroga del Superbonus al 2023, come da bozza delle schede tecniche del Recovery Plan, la strada per accedervi sembra essere costellata di ostacoli e ad usufruirne, fino ad oggi, è ancora una piccolissima percentuale.
E piccola è anche la percentuale di chi ha avuto accesso (o ha richiesto) Bonus vacanze, Bonus Pc e tablet o Ecobonus auto. Che le misure messe in campo dal Governo Conte 2, in piena pandemia, siano da considerarsi un flop?
Numeri, fatti e commenti.
I NUMERI DI CONSUMERISMO
Partiamo dai numeri. L’intero ammontare fondi per ecobonus e bonus, per il 2021, è pari a 9,3 miliardi di euro. Ad oggi i fondi utilizzati sono pari a 1,2 miliardi, per una percentuale pari al 12,9%, come da dati forniti dall’associazione Consumerismo.
Se per il bonus vacanze, nell’anno in corso, sono stati stanziati 2,4 miliardi ne sono stati usufruiti (meglio richiesti in attesa di fruizione) 829,4 milioni. Solo 69,2 milioni, invece, sono stati spesi per Bonus Pc e tablet su 200 milioni stanziati. Va meglio per il Bonus auto: su 700 milioni messi sul piatto ne sono stati usufruiti 344 milioni, una cifra pari a quasi il 49,1%.
L’ECOBONUS AL 110%
A registrare, però, i numeri più bassi, riporta La Stampa, è quella misura che avrebbe dovuto permettere ai privati la riqualificazione, a costo zero, delle proprie abitazioni: per il superecobonus il Governo ha stanziato fino a 6 miliardi, ma ne sono stati usufruiti, nell’anno in corso, appena 340 milioni di euro (5,6%).
MISURE FALLIMENTARI?
“E’ un fallimento e lo dicono i numeri. Su 9,3 miliardi di euro di previsione di spesa, solo poco più di 1,2 miliardi, vale a dire il 12,9%, è stato realmente utilizzato dagli italiani”, ha commentato a La Stampa il presidente di Consumerismo, Luigi Gabriele.
UN PERCORSO AD OSTACOLI
Ma se può sembrare presto parlare di fallimento, è anche vero che il percorso per accedere all’ecobonus è ricco di ostacoli, sia per i privati che per le imprese ed i tempi sono lunghissimi.
“Abbiamo portato in banca la prima operazione a settembre, ma il contratto per il prestito ponte e per cedere il credito è stato firmato il 9 marzo. Sulla carta, il meccanismo è perfetto – aggiunge -. Nel concreto, l’offerta non è in grado di assorbire la crescente domanda di sconto in fattura. Le informazioni sul processo non sono chiare, per esempio sul limite massimo riconosciuto per ogni Sal”, ha spiegato Cecilia Hugony, ad di Teicos al Sole 24 Ore.
“Dopo mesi di formazione insieme alla banca, ci siamo trovati di fronte all’evidenza che l’istituto era disponibile ad acquistare solo il 30% del totale del credito generato dal contratto, quando avevamo ricevuto per lo stesso Sal il 59% dell’investimento”, aggiunge. “Le banche valutano il merito creditizio di ogni realtà. Con la vecchia cessione dell’ecobonus ordinario, l’impresa doveva farsi finanziare una percentuale ridotta del fatturato. Ora, se tutto va in cessione, la richiesta di supporto finanziario cresce oltre la metà del fatturato, se non fino al 100%. Per di più la valutazione avviene sul 2020, anno del blocco dei cantieri. Alla fine, chi ottiene il credito, non ha più la forza di contrattare i tassi”.
ANCE: FINO A 21 MILIARDI DALLA MISURA DEL GOVERNO CONTE BIS
A credere nella misura, invece, è Ance, l’associazione nazionale dei costruttori, che, nel corso di un’audizione alla commissione bilancio della Camera dei deputati sul provvedimento, ha sostenuto che “i potenziali benefici economici, oltre che sociali ed ambientali, sono molto importanti, con 6 miliardi di euro di investimenti nella riqualificazione degli edifici e 21 miliardi di euro di ricadute sulleconomia, da qui alla fine del 2021″.
Ma anche Ance ammette che “perché tutto funzioni, occorre assicurare efficacia, chiarezza e semplicità nelle procedure attuative da adottare” e che “occorre evitare errori fatti in passato con l`adozione di interpretazioni da parte dei soggetti attuatori che hanno finito per limitare la portata e la fattibilità degli interventi”.
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